Negli ultimi anni la Banca d’Italia ha più volte invitato le banche italiane a non distribuire dividendi agli azionisti, o a distribuirli per un ammontare limitato, al fine di rafforzare il proprio capitale. Un’operazione, quella volta al rafforzamento patrimoniale degli istituti di credito, necessaria oltre che a fronte della situazione di crisi economica e finanziaria anche e soprattutto in virtù dei paletti introdotti in tal senso delle regole di Basilea.
Il monito della Banca d’Italia, tuttavia, non sempre è stato osservato. Molte banche hanno infatti deciso di continuare a distribuire una remunerazione ai propri azionisti nonostante la situazione economica poco rassicurante. Da qui la decisione di Bankitalia di introdurre un limite attraverso la disciplina sulle riserve di capitale, in vigore da gennaio 2014.
In particolare, le banche che non rispetteranno i requisiti indicati durante il primo periodo di applicazione potranno distribuire dividendi soltanto nei limiti dell’ammontare massimo distribuibile calcolato sugli utili realizzati nel corso dell’esercizio 2013. La procedura prevede un calcolo matematico che definirà l’ammontare massimo distribuibile, variabile a seconda della lontananza dalle soglie minime richieste dai cuscinetti patrimoniali, i cosiddetti “buffer”. A fronte di ciò, dunque, le banche che presentano risorse patrimoniali limitate saranno obbligate a non distribuire dividendi agli azionisti oppure a distribuirli in maniera limitata.
Tale limitazione interessa quindi in maniera rilevante non solo le banche ma anche coloro che scelgono in investire in azioni del settore bancario nell’ottica di una remunerazione attraverso i dividendi e che quindi d’ora in avanti dovranno tener conto non solo della politica adottata dall’istituto in tal senso ma anche dei paletti messi da Bankitalia.
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