Quando si sceglie di investire i propri risparmi in modo sicuro, senza correre troppi rischi, si è soliti pensare al Conto deposito.
In questa sezione analizzeremo diversi aspetti del conto deposito, dall’apertura del conto fino alla sua chiusura, alla tassazione al rendimento.
Troverete delle guide analizzate in maniera più o meno dettagliata che permettono di comprendere tutti questi aspetti. Prima di tutto devi sapere che un conto di deposito è un contratto bancario.
Il conto deposito si distingue dal conto corrente in quanto è solo un deposito di denaro remunerato. Grazie ad esso si possono effettuare solo e soltanto piccole e semplici operazioni come prelievo e versamento, bonifico, pagamento assegni, prelievo con bancomat o carta di credito.
I conto di deposito non devono essere confusi con i pronti contro termine (PcT) o i certificati di deposito, che sono strumenti d’investimento a breve termine. Questi ultimi in genere vengono offerti dalle banche in alternativa ai conti di deposito, ma non sono la stessa cosa e come tale si deve prestare particolare attenzione.
Come potrai analizzare nei nostri approfondimenti, i conti di deposito necessitano di essere abbinati a un conto corrente, definito come conto d’appoggio, tramite il quale è possibile effettuati versamenti e prelievi.
Vedremo anche che il conto deposito può essere libero o vincolato e sono soggetti a penali, nel caso di ritiro anticipato delle somme, che in genere consiste nella mancata corresponsione degli interessi.
Questa particolare tipologia di conto ebbe in Italia una rapida crescita a partire da metà anni ’90 grazie ai conti di deposito delle banche online che da sempre hanno offerto degli interessi alti e senza spese, dovuti all’assenza di costi di gestione.
In merito alla tassazione, approfondiremo (all’interno del nostro articolo) le diverse aliquote a cui i possessori sono soggetti. In breve possiamo dire che si è passati dal 27% prima del 2012 a cui si doveva aggiungere anche un’imposta di bollo fissa pari a € 1,81 all’anno, ad un’aliquota fiscale del 20% con un’imposta di bollo proporzionale pari allo 0,1% del capitale da un minimo di € 34,20 e un massimo di € 1.200.
Dal 1º gennaio 2013 l’imposta di bollo fu innalzata allo 0,15% del capitale e venne eliminato il tetto max. di € 1.200.
Il 1º gennaio 2014 invece, l’imposta di bollo fu innalzata allo 0,2% del capitale eliminando il minimo di € 34,20. Dal 1º luglio 2014 la tassazione sugli interessi maturati dai conti di deposito è stata riportata al 26%.
In merito ai rendimenti deve essere sottolineato il fatto che essi sono più elevati quanto più limitate sono le operazioni e i costi di gestione.
Tutti i movimenti sul Conto Deposito possono solo avvenire tramite il conto ordinario di appoggio. Lo possiamo considerare come uno strumento di investimento a rendimento elevato e a rischio nullo.
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