L’incubo di un crack bancario à la Lehman Brothers è sempre presente tra i risparmiatori italiani, considerando anche che la recessione e la crisi finanziaria hanno provocato un peggioramento dei bilanci delle banche, costringendole a dolorose ristrutturazioni societarie. Chi ha acceso un mutuo o detiene semplicemente i propri risparmi presso una banca, potrebbe perdere il proprio denaro in caso di fallimento dell’istituto di credito? La risposta è no. Tuttavia, vanno fatte alcune precisazioni. Innanzitutto, una banca non va in bancarotta dall’oggi al domani.
Rispetto alle banche di matrice anglosassone, gli istituti di credito italiani non effettuano operazioni altamente speculative e hanno una contestualizzazione meno globale. Basti pensare alla presenza di numerose banche popolari e cooperative (Bpm, Banco Popolare, Ubi Banca) o a sfondo regionale (Mps). Salvo episodi di “finanza malata”, come il caso della truffa in bilancio in Mps scoperta a inizio 2013, i problemi maggiori per le banche italiane arrivano dal rischio-Italia.
Ciò vuol dire che per gli istituti di credito del Belpaese possono sorgere problemi soprattutto in caso di reiterata fase di recessione e/o di crisi del debito pubblico (essendo i principali acquirenti di titoli di stato emessi dal governo italiano). Se una banca non dovesse farcela, i suoi asset verrebbero liquidati e il credito erogato finirebbe nelle mani di un’altra banca.
In casi di emergenza, lo Stato può arrivare anche a nazionalizzare l’istituto di credito indirizzato verso la bancarotta. Insomma, i mutuatari non corrono alcun rischio in caso di fallimento della banca. Anche i risparmi sono al sicuro, visto che i conti correnti sono garantiti dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi fino a 100mila euro per contribuente. Queste misure non sono mai state sperimentate in Italia, non essendoci mai stata una bancarotta dello Stato dal secondo dopoguerra.
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