Hai sentito mai parlare di tassazione sulle rendite derivanti da investimenti finanziari? Non sai bene a quanto ammontano le tasse Forex trading? Nessun problema!
In questa guida le analizzeremo passo dopo passo al fine di comprendere a quanto ammonta la percentuale di tassazione de applicare ai proventi derivanti dal trading online e dal mercato Forex in particolare.
Tutto quello che devi sapere sulla tassazione e tutte le informazioni utili su come procedere con il calcolo delle tasse sul Forex lo potrai trovare in questa guida!
Analizzeremo dettagliatamente anche il modo in cui si devono pagano le tasse applicate sulle plusvalenze derivanti dal trading Forex.
Al fine di comprendere tutto questo, però, si devono fare delle precisazioni importanti legate al mercato Forex e al fisco.
Tassazione sul Forex 2018: cos’è?
Prima di comprendere quanto e come pagare le tasse sul Forex, è molto importante e per altro fondamentale sottolineare un aspetto.
Per definizione, con il termine tassa si intende indicare tutti i tributi che gravano sugli attivi derivanti da capital gain, dal Forex trading e da tutte le attività legate ai mercati finanziari.
Il mercato Forex (Foreign Exchange Market) è uno dei mercati più popolari al mondo in quanto questo mercato è considerato anche il più importante e più liquido che possa esistere.
Su questo mercato tutti i giorni si concludono miliardi di transazioni che vengono effettuate da trader di tutto il mondo e da grandi istituzioni come anche banche centrali, imprese o semplici investitori.
Si tratta di una vera e propria opportunità; un’interessante prospettiva da sfruttare per guadagnare delle interessanti rendite economiche sul capitale investito.
Infine, la semplicità e la convenienza economica ad operare sul mercato Forex viene vista come un vantaggio per tutti i trader retail. Nonostante tutto si deve però sempre prendere in considerazione l’aspetto fiscale che viene considerato come una delle note dolenti del sistema.
In pratica tutti i trader una volta che hanno effettuato delle operazioni di trading ed hanno ottenuto un guadagno, devono poi sottoporre i propri guadagni a tassazione. Lo possono fare in fase di dichiarazione dei redditi.
A seconda dello Stato in cui l’investitore risiede, i proventi maturati sugli investimenti dei mercati finanziarti e del Forex sono soggetti a tassazioni differenti.
Nel caso di trader italiani, tutti i loro proventi sono soggetti ad una tassazione del 26% secondo quanto disposto dalla disciplina fiscale italiana come confermato dal TUIR, testo unico delle imposte sui redditi (DPR. 917/1986) e dalla Risoluzione n.67/E del 6 luglio 2010 “Trattamento fiscale delle plusvalenze e minusvalenze derivanti da operazioni nel mercato Forex” emanata dall’Agenzia delle Entrate.
Tasse sul Forex: disciplina normativa di riferimento
Al fine di comprendere la disciplina tributaria sulla tassazione Forex riteniamo sia di fondamentale importanza richiamare quanto disciplinato dal TUIR.
Il testo unico classifica i guadagni derivanti dal Forex Trading come redditi diversi, ovvero redditi che non possono essere collocati all’interno di determinate categorie e che non trovano collocazione nelle prime cinque categorie disciplinate dalla normativa fiscale:
- Redditi da lavoro autonomo;
- Reddito da lavoro dipendete;
- Reddito d’impresa;
- Redditi derivanti da capitali;
- Reddito agrario.
È l’articolo 67, lettera n) 1-ter del TUIR, ad affermare:
Sono redditi diversi se non costituiscono redditi di capitale ovvero se non sono conseguiti nell’esercizio di arti e professioni o di imprese commerciali o da società in nome collettivo e in accomandita semplice, ne’ in relazione alla qualità di lavoratore dipendente:
1-ter. Le plusvalenze derivanti dalla cessione a titolo oneroso di valute estere rivenienti da depositi e conti correnti concorrono a formare il reddito a condizione che nel periodo d’imposta la giacenza dei depositi e conti correnti complessivamente intrattenuti dal contribuente, calcolata secondo il cambio vigente all’inizio del periodo di riferimento sia superiore a 51.645,69 euro per almeno sette giorni lavorativi continui.
Fino a qualche anno addietro tutti i proventi derivanti dalle attività finanziarie, come anche tutti i proventi derivanti da trading sul Forex, erano esonerati e quindi esenti da tassazione.
Successivamente l’Agenzia delle Entrate è intervenuta con la Risoluzione n.67/E del 6 luglio 2010, all’interno della quale ha definitivamente chiarito come devono essere trattati fiscalmente i guadagni di queste attività.
La tassazione sul trading Forex viene quindi disciplinata dall’articolo 67 del TUIR.
Si conferma che tutte le rendite derivanti da operazioni di compravendita di valute e che avvengono sul mercato Forex sono plusvalenze di natura finanziaria e come tali devono essere riportate nella dichiarazione dei redditi nel quadro RT – sezione II.
A seguito di fornire ulteriori chiarimenti in materia di tassazione Forex, è la stessa Agenzia delle Entrate ad esprimersi. Questa volta interviene con una nuova Risoluzione, la n.102/E del 25 ottobre 2011:
Tassazione dei redditi diversi di natura finanziaria derivanti da compravendite di valute estere effettuate sul Foreign Exchange Market.
L’amministrazione fiscale si è espressa in merito, affermando espressamente che la compravendita di valute sul Forex avviene solo e soltanto mediante la conclusione dei contratti “spot” e “rolling spot”.
Nel primo caso (parlando di contratti spot) la compravendita di valute viene regolata quotidianamente grazie all’utilizzo di una piattaforma elettronica di trading online. Questo vuol dire che tutte le posizioni devono essere aperte e chiuse entro un tempo massimo di 24 ore.
Secondo questa affermazione, tutte le plusvalenze, come anche tutti i proventi derivanti da differenziali positivi di contratti aleatori, devono essere soggetti a tassazione e come tali devono essere riportati nella dichiarazione dei redditi. Questo avviene tramite modello UNICO delle Persone Fisiche, all’interno del Quadro RT – Sezione II-B.
Nel caso invece di contratti rolling spot o rollover si deve tener presente che le operazioni chiuse al termine della giornata sono riaperte poi nella giornata successiva. Questo avviene quando l’investitore ha tutta la convenienza a mantenere in essere al di là della giornata lavorativa, le posizioni di mercato assunte.
Di conseguenza l’agenzia dell’Entrate ha chiarito che i redditi (se percepiti da parte di una persona fisica non esercente attività d’impresa), devono essere assoggettati a tassazione mediante un’imposta sostitutiva.
Da questo si comprende bene ed in modo abbastanza chiaro che ogni piccolo risparmiatore ed investitore operante sul mercato Forex deve pagare tasse sul guadagno netto (capital gain) che ha conseguito in un determinato anno solare.
Nel momento in cui si generano delle plusvalenze, il trader deve pagare delle tasse sullo scostamento tra gli utili e le perdite maturati nell’esercizio fiscale.
Aliquota sostitutiva sulle plusvalenze (ISOS): quante tasse pagare?
Infine dobbiamo precisare che dal 1° luglio 2014 è entrata in vigore la nuova aliquota dell’imposta sostitutiva (ISOS) che deve essere pagata sulle plusvalenze di natura valutaria, pari al 26%.
In particolare la tassazione sul Forex prevede:
- Il pagamento dell’aliquota sostitutiva sul capital gain pari al 12,5% fino al 31/12/2011
- Pagamento dell’aliquota sostitutiva pari al 20% sui guadagni maturati dall’1/1/2012 al 30/06/2014
- Il pagamento dell’aliquota d’imposta pari al 26% sui guadagni maturati dopo l’01/07/2014.
Come pagare le tasse sul Forex: Modello Unico e Codici Tributo F24
Al fine di effettuare il pagamento delle tasse sui guadagni derivanti dal Trading Forex si deve procedere con la compilazione del Modello F24.
Di seguito riportiamo i Codici tributo da utilizzare nel Modello F24:
- Codice 1100: imposta sostitutiva su plusvalenza per cessione a titolo oneroso di partecipazioni non qualificate
- Codice 1242: imposta sostitutiva alle imposte sui redditi di capitale di fonte estera;
- Codice 2724: imposta sostitutiva sulle plusvalenze;
- Codice 4043: imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero dalle persone fisiche residenti nel territorio dello Stato.
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