Il crollo delle borse europee innescato dalla decisione della Gran Bretagna di uscire dall’Europa, ha determinato una intesa e quasi frenetica attività di indagine da parte degli investitori su quelli che possono essere gli assets più interessanti su cui investire a seguito della Brexit. Tanti investitori retail, scioccati a seguito del referendum inglese, si chiedono cosa convenga comprare in borsa nei prossimi giorni. La sensazione che si è percepita lo scorso venerdì 24 giugno è quella tipica dello smarrimento. A questo punto l’attenzione si sposta inevitabilmente a quello che subentrerà dopo lo smarrimento ossia a partire dal 25 giugno e soprattutto dal prossimo lunedì 27 giugno.
Crisi Borsa Brexit: le azioni inglesi sono da preferire a quelle italiane
In questo fine settimana di riflessione a freddo dopo il crollo dello scorso venerdì, quello che è emerso è che a subire le conseguenze maggiori della decisione della Gran Bretagna di uscire dall’UE non è stata la Borsa di Londra ma le altre borse europee. A crollare, in particolare, sono state Milano e Madrid ossia le borse di due paesi periferici dell’Eurozona già indeboliti dalla crisi del debito sovrano.
A Milano è andato in scena il tracollo delle banche con tutte le quotate del settore che hanno registrato pesanti ribassi. In considerazione dei problemi strutturali degli istituti italiani, investire nelle azioni delle banche italiane nei prossimi giorni resta un azzardo che si può pagare a caro prezzo. Più in generale, sia in Europa che in Usa, le azioni delle banche vanno maneggiate con molte precauzioni poiché proprio il settore bancario sembra essere quello più in apprensione a seguito della Brexit. I bancari, prima del referendum inglese, avevano mostrato di credere molto nel Remain ma gli inglesi hanno deciso ben altro: Gran Bretagna fuori dall’Europa e dall’Unione.
Il fatto che investire nelle banche sia sconsigliato a seguito del crisi della borsa, non significa che tutto l’azionario sia da evitare. La svalutazione della sterlina rispetto al dollaro, infatti, ha creato prospettive interessanti per le azioni industriali che sono quotate a Londra. Proprio questa possibilità può spiegare il perché la Borsa di Londra non sia crollata. Paradossalmente la Brexit ha fatto si che le azioni inglesi del settore industriale siano da preferire a quelle italiane. L’azionario non finance italiano, infatti, sta già andando incontro ad una perdita di appeal senza precedenti.
Crisi borsa: su quali azioni italiane investire con Brexit
Per effetto dell’uscita della Gran Bretagna dall’Europa sono da evitare tutte le azioni italiane espressione di quotate che avevano vinto appalti importanti in Inghilterra. I titoli interessati a questo discorso sono davvero pochi. Tra le azioni italiane che hanno in ballo commesse in Gran Bretagna c’è Leonardo Finmeccanica che, non a caso, per effetto della Brexit è affondata lo scorso venerdì. Le vendite su Leonardo Finmeccanica sono state però eccessive secondo alcuni analisti alla luce del peso del portafoglio inglese sull’ammontare totale delle commesse di Piazza Monte Grappa. Per questo motivo non è da escludere un rimbalzo del titolo da cogliere anche attraverso l’acquisto di un CFD su una delle migliori piattaforme per fare trading online.
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Se il rialzo di titolo come Leonardo Finmeccanica è solo probabile, molto possibile è invece quello dei titoli difensivi. La crisi di borsa di venerdì, infatti, ha mostrato che alcune azioni hanno la capacità di resistere all’uscita della Gran Bretagna dall’Europa.
Si tratta dei titoli cosiddetti difensivi come ad esempio Enel o Terna ossia di tutti quelle azioni che non risentono delle rotture create da eventi come la Brexit. I titoli difensivi potrebbero essere i primi a far rialzare il Ftse Mib già a partire dalla seduta di borsa di lunedì 27 giugno. Il senso dell’andamento dei cosiddetti anticlicici è ovvio: sia che la Gran Bretagna sia all’interno dell’Europa che ne caso in cui sia fuori, ci sarà sempre bisogno di elettricità. Conviene quindi comprare azioni difensive e titoli anticiclici a seguito della Brexit per gestire l’eventuale prosegue della crisi della borsa.
Cosa conviene comprare con uscita Gran Bretagna dall’Europa: riscoprire i beni rifugio
Ai titoli anticiclici in ambito azionario corrispondono i beni rifugio negli altri settori. In base a quelle che sono state le indicazioni già emerse lo scorso venerdì, conviene comprare materie prime solide ed indirizzarsi verso quelle valute che si stanno rafforzando. In particolare a seguito dell’addio inglese all’Europa, gli acquisti si sono concentrati sull’oro e sul dollaro.
Per quanto riguarda l’oro, l’aumento del prezzo all’oncia potrebbe proseguire fino a quando non ci saranno indicazioni concrete su quello che avverrà ora dopo la Brexit. Da venerdì passando per il 25 giugno fino a tutta la prossima settimana, a proseguire saranno le dichiarazioni incrociate dai vari rappresentati politici dell’Unione Europea. L’appello che essi hanno rivolto alla Gran Bretagna, ora fuori dall’Europa, è di fare presto ad uscire. Le parole sembrano quindi presagire un muro contro muro ma si sa che le parole sono una cosa e i fatti un’altra.
Conviene quindi prestare molta attenzione ad eventuali segnali concreti. Fino ad allora è consigliabile continuare a comprare oro. Stesso discorso sul fronte valutario dove sarebbe il caso di scommettere non sulla coppia Euro Sterlina ma sulla coppia Dollaro Sterlina con una attenzione rivolta anche ad Oriente e, in particolare, verso la Yen Giapponese. La partita a seguito della Brexit non è principalmente tra Euro e Sterlina ma tra la divisa inglese e altre valute.
Crisi borsa 25 giugno: preferire il valutario all’azionario anche nel trading online
Conviene comprare materie prime sicure come l’oro e valute diventate beni rifugio come il dollaro Usa a seguito della Brexit mentre tutto l’azionario è da trattare con le pinze. E si dovesse investire in azioni, la strategia migliore è quella di puntare sugli industriali inglesi che, nel breve periodo, potrebbero avvantaggiarsi della svalutazione della sterlina.
Per quello che riguarda le azioni italiane, sarebbe il caso di preferire i titoli difensivi e di aumentare il loro peso nel portafoglio perché i paesi periferici come l’Italia o la Spagna, dove tra l’altro sono imminenti le elezioni politiche, potrebbero subire contraccolpi molto forti dalla crisi.
Tutti questi consigli sul come investire e sul cosa comprare dopo la Brexit valgono anche nel caso del trading online e, in particolare, nel caso del trading su CFD con sottostante materie prime (oro) e sul forex trading. In quest’ultimo ambito, le coppie sui cui speculare non sono poi tanto scontate visto che, per ora, i movimenti più interessanti, non sono sul cambio Euro Sterlina ma su Dollaro Sterlina.
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