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Gli analisti di Société Générale in un recente report hanno sconsigliato agli investitori di inserire nel proprio portafoglio le azioni del settore bancario italiano.

In particolare, gli esperti della banca d’affari francese hanno invitato gli investitori a non farsi ingannare dalla performance messa a segno dalle azioni bancarie italiane nel corso della prima parte dell’anno,  quando hanno sovraperformato l’indice Eurostoxx soprattutto grazie a conti trimestrali che hanno superato le attese del consenso. Piuttosto, hanno posto l’accento sulla bassa qualità dei risultati trimestrali, sulla scarsa qualità del credito, che a loro avviso non sta affatto migliorando, e sull’ulteriore deterioramento dei dati macroeconomici che inevitabilmente andranno ad incidere negativamente.

Attualmente le banche italiane scambiano con un premio del 16% circa rispetto ai principali competitor europei, circostanza che secondo gli analisti di Société Générale non è sostenibile in considerazione del contesto di deterioramento. Il problema principale, a loro avviso, è dato dall’elevato ammontare dei crediti deteriorati, che impone livelli elevati di accantonamenti per perdite su crediti.

Pertanto, gli esperti prevedono che la redditività del settore bancario italiano arrivi solo al 6,6% nel 2015, quindi ben al di sotto del 20,1% del 2007. A tutto questo bisogna poi aggiungere l’incertezza che deriverà dai prossimi stress test dell’Eba.

A fronte di tutto ciò, dunque, la loro preferenza va a titoli bancari non italiani, tuttavia tra questi ultimi viene indicata come preferita Intesa Sanpaolo rispetto ad Unicredit, in quanto la prima tratta ad un premio più basso rispetto ai principali competitor europei. Tra le piccole, invece, la preferita è UBI Banca.

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