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Mario Greco, il chief executive officer di Generali, lo scorso 26 gennaio ha annunciato che non intende rendersi disponibile per un altro mandato. Il perché è stato subito svelato: con decorrenza 1 maggio 2016 Greco diverrà il chief executive officer di Zurich. Quanto basta per aprire dei margini di incertezza sul futuro della società, peraltro concretizzati in un brusco passo indietro delle quotazioni nei minuti successivi all’annuncio del top manager.

Ma cosa accadrà nei prossimi mesi al titolo Generali?

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Quel che è emerso tra gli analisti è l’effettiva considerazione che l’abbandono di Greco dal timore societario sia un potenziale rischio per il prezzo dell’azione, che già oggi è in calo del 19% su base annua e del 7% rispetto a gennaio. Naturalmente, ciò non significa che vi sarà un’emorragia dalla compagnia. Vi è però la necessità che già nel breve termine vengano poste in essere alcune azioni utili per poter rinnovare la fiducia degli investitori: tra le tante, la pronta nomina di un successore e la conferma del top management del gruppo, che è stato – tra l’altro – rinnovato da Greco dopo il suo arrivo, e che può godere di buone impressioni nella comunità finanziaria, e buoni riscontri sul fronte di quanto stato fatto sul fronte della ristrutturazione finanziaria, sul rafforzamento del capitale, sulla generazione degli utili e dei flussi.

In tal senso, occhi aperti al 9 febbraio quando – secondo quanto afferma Il Sole 24 Ore – il consiglio di amministrazione dovrebbe riunirsi per compiere una scelta su tale fronte. Le stesse fonti sostengono che l’opzione più probabile sarà non tanto quella di una “acquisizione” di manager dall’esterno, quanto quella di un adattamento delle scelte interne, con Donnet (attualmente chief executive officer di Generali Italia) che potrebbe diventare il nuovo CEO del gruppo, e Minali (attualmente chief financial officer) che potrebbe divenire invece General manager, con supervisione delle aree finanziarie e real estate.

Ad ogni modo, guai a dare il tutto per scontato. Non è infatti detto che non si possano percorrere le strade esterne: alcuni rumors di stampa hanno già fatto il nome di Monica Mondardini, CEO di Cir e L’Espresso, e già nome di rilievo in Generali, dove ha compiuto una carriera di 10 anni (dal 1998 al 2008). Alcuni sostengono invece che la scelta preferenziale potrebbe cadere sul ritorno di Balbinot, che è oggi in Allianz.

Anche alla luce di quanto sopra, riteniamo che non sia il caso di allontanarsi dall’azione Generali. La società, al di là del momento di cambiamento legato all’abbandono del suo timoniere, si sta affacciando nel 2016 con buone credenziali, una buona patrimonializzazione, discreti ratios, manifestate capacità di generare utili (il profitto netto nei primi tre trimestri del 2015 è stato pari a 1.73 miliardi di euro, sopra il livello di 1.67 miliardi di euro conseguito per l’intero 2014). Dunque, riteniamo che il titolo possa ben essere oggetto di valutazioni di acquisto, alle quotazioni attuali.

Attenzione, comunque, a non sottovalutare i rischi. I principali fanno naturalmente riferimento – come sopra intuibile – al fatto che vi sia una incertezza continuata sulla nomina del nuovo CEO, e su tal fronte diviene molto importante quel che accadrà la prossima settimana. Altri rischi possono essere legati all’impossibilità di mantenere gli obiettivi del business plan, e a congiunture sfavorevoli (in primis, un ulteriore rallentamento della crescita economica europea).

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