Nel corso delle ultime settimane lo stato d’animo degli investitori globali ha subito un cambiamento repentino. La situazione di forte instabilità politica in Italia che ha seguito le elezioni politiche dello scorso febbraio, la vicenda di Cipro e le preoccupazioni su una possibile nuova crisi in Slovenia hanno infatti spinto gli investitori ad acquistare sempre meno i titoli di Stato di Paesi considerati a rischio, come ad esempio Italia, Spagna, Portogallo e Grecia. Parallelamente si è verificato un aumento della domanda verso i titoli di Stato dei Paesi considerati sicuri, soprattutto della Germania.
La tendenza ha colpito anche gli investitori italiani, che hanno iniziato a dirottare una parte consistente della quota di capitale destinata alle obbligazioni governative verso titoli di Stato esteri. Non è un caso, dunque, che dalla fine di febbraio ad oggi il rendimento dei titoli di Stato italiani sia aumentato di oltre trenta punti base, circostanza che testimonia un netto aumento della percezione del rischio. Stessa cosa è accaduta anche in Grecia e Portogallo, anche se in modo meno marcato. Contemporaneamente, hanno registrato un calo dei rendimenti i titoli di Stato di Francia, Austria, Belgio e soprattutto quelli della Germania, considerati dagli investitori un vero e proprio porto sicuro.
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A fronte di ciò, dunque, chi non vuole assolutamente correre rischi, anche a patto di doversi accontentare di rendimenti bassi ma sicuri, deve investire in titoli di Stato esteri considerati più sicuri rispetto agli altri. A tal fine risulta può risultare utile esaminare la flessione del rendimento registrata dai titoli di debito di alcuni Paesi europei dopo le elezioni politiche: -10,29% in Germania, -8,18% in Austraia, -10,42% in Gran Bretagna e -5,36% in Finlandia.
Nello stesso periodo anche i bond statunitensi hanno registrato un rialzo del rendimento dello 0,59%, soprattutto per via dei problemi di bilancio del Paese, tuttavia la loro domanda è aumentata in quanto sono ancora considerati un bene rifugio da acquistare nelle fasi di incertezza dei mercati. Non è un caso, dunque, che nel corso dell’ultimo trimestre ad investire in titoli di Stato americani siano stati soprattutto investitori esteri.
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