Secondo quanto constatato dalle recenti sferzate di volatilità, si è assistito ad un’erosione delle quotazioni delle banche europee in Borsa. Questo ha portato ad un aumento della contendibilità. Lo si potrebbe considerare come un potenziale catalizzatore d’interesse per il prossimo futuro.
Se analizziamo il settore bancario dell’Euro-zona, possiamo vedere come esso stia vivendo in una fase di mercato non facile, che riporta alla mente il complicato periodo post 2011. Ad oggi possiamo dire che i rischi provengono da diversi fronti.
In primo luogo la gestione dei rapporti con la Gran Bretagna (nella prima finestra del 2019 è prevista l’ufficializzazione della Brexit). In secondo luogo abbiamo l’instabilità dell’Italia. Infine, parliamo di rallentamento economico della Germania.
Tutto questo mentre la Banca Centrale Europea (BCE) cerca di ritirare i remi in barca. Infatti dal prossimo anno, si pone fine alle politiche monetarie ultra espansive che invece hanno caratterizzato questi ultimi anni.
L’ultima folata di vendite che ha caratterizzato il mondo dei titoli governativi dell’Eurozona ha colpito duramente l’Italia. Di questo ne hanno risentito tutti gli istituti di credito del Paese che sono stati colpiti su due fronti:
- La solidità patrimoniale;
- La rischiosità degli attivi.
Secondo quanto affermato da Citigroup, tutti gli istituti italiani hanno ceduto 17,5 miliardi di BTP lo scorso mese. Si tratta di misure prese al fine di fronteggiare l’erosione dei patrimoni e la perdita di valore degli Npl. A ben vedere non è stato un ottimo segnale, soprattutto nel momento in cui l’obiettivo del Tesoro era quello di garantirsi compratori di debito in vista della fine del Quantitative easing della Bce.
A livello europeo invece, si assiste ad un calo delle quotazioni degli istituti italiani ha chiaramente pesato, anche se questo non è stato un caso isolato. I recenti stress test che sono stati portati avanti dall’Autorità Bancaria Europea (EBA) su 48 istituti europei hanno generato un risultato tutto sommato positivo. Ovviamente è innegabile che fra gli istituti del Vecchio Continente molti faticano a mantenere solidi livelli di redditività e patrimonio.
Oggi, da diverse parti viene caldeggiato l’avvio di una stagione di aggregazioni che invece dovrebbe favorire un efficientemente del settore a livello paneuropeo.
Tra le candidate principali abbiamo la tedesca Deutsche Bank e Commerzbank, anche se in prima fila fra le più appetibili vi è anche UniCredit, il cui nome è già stato più volte accostato a quello della francese Societe Generale.
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