La Commissione europea ha espresso parere positivo in merito all’emissione di Monti bond per 3,9 miliardi di euro destinati alla ricapitalizzazione di Banca MPS per esigenze di stabilità finanziaria. Il via libera, tuttavia, non è definitivo. L’approvazione è stata infatti subordinata alla presentazione da parte dell’istituto senese di un efficace piano di ristrutturazione entro i prossimi sei mesi.
La notizia è stata comunque accolta in maniera positiva dal mercato, in quanto consentirà a Banca Monte dei Paschi di Siena di conformarsi alle raccomandazioni dell’Autorità bancaria europea (Eba), che ricordiamo a seguito degli stress test dello scorso giugno aveva indicato per l’istituto senese la necessità di una riserva supplementare temporanea per contrastare l’esposizione al rischio sovrano.
In particolare, i Monti bond forniranno un apporto di capitali freschi e al contempo andranno a sostituire i Tremonti bond per un importo di 1,9 miliardi di euro. A differenza di questi ultimi, i nuovi strumenti prevedono un meccanismo alternativo di pagamento delle cedole in base al quale, in caso di utili distribuibili insufficienti, la banca dovrà versare cedole a scadenza annuale sotto forma di azioni di nuova emissione a valore di mercato o di nuovi Monti bond. In altre parole, all’istituto è consentito il pagamento degli interessi con altri Monti bond, in modo tale da evitare l’ingresso del governo nel capitale della banca.
L’ok della Commissione europea, tuttavia, non è riuscito a placare lo scetticismo manifestato da alcune importanti banche d’affari. Figura tra queste Banca Imi, i cui analisti hanno ribadito rating “sell” sul titolo e target price a 0.18 euro, sottolineando come la distribuzione di dividendi sotto forma di Monti bond potrebbe aumentare l’esposizione di MPS agli aiuti governativi a circa 4,1 miliardi di euro.
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