Nel corso della riunione tenuta ieri, il GHOS (Group of Governors and Heads of Supervision), ossia l’ente della Commissione di Basilea incaricato di occuparsi della supervisone bancaria, ha esaminato e approvato gli emendamenti al requisito della Liquidity Coverage Ratio (LCR, l’indice preposto alla misurazione degli asset più liquidi che le banche devono detenere in portafoglio per far fronte a eventuali rischi sistemici).
In particolare, i requisiti in termini di LCR richiesti alle banche entreranno in vigore come previsto a partire dal 1° gennaio 2015, ma con una copertura al 60% che sarà gradualmente elevata del 10% all’anno fino ad arrivare al 100% a partire dal primo gennaio del 2019. Al riguardo ricordiamo che l’LCR impone uno standard di liquidità con una componente data da asset non vincolati liquidi di elevata qualità (cosiddetti High Quality Liquidi Assets o HQLA) che deve essere essere uguale o superiore ai flussi di cassa in uscita netti totali a 30 giorni della banca.
In virtù dell’approvazione dei suddetti emendamenti è stata inoltre ampliata la platea degli HQLA elegibili per il conteggio dell’LCR, in particolare sono stati inclusi tra questi anche alcune azioni, strumenti garantiti da mutui ipotecari (RMBS) e bond societari con un più basso livello di rating.
L’esito della riunione di ieri è stato accolto positivamente dai mercati, in particolare stamane a Piazza Affari viaggiano in territorio positivo tutti i titoli del comparto bancario, nonostante la maggior parte degli istitituti di credito italiani ha già raggiunto, o comunque è molto vicino, agli standard imposti di Basilea 3 in tema di LCR. In particolare, hanno già dichiarato di avere un LCR sopra il 100% Intesa Sanpaolo, UBI Banca e Banco Popolare.
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