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Le trattative riguardanti l’operazione di fusione tra Atlantia e Gemina sono strettamente riservate, tuttavia secondo alcune indiscrezioni riportate questa mattina da Affari & Finanza, inserto settimanale economico de La Repubblica, sarebbe in corso un vero e proprio duello tra i soci minori della società che controlla Aeroporti di Roma e la holding che detiene Autostrade per l’Italia.

Come è facile immaginare, oggetto del disaccordo è una valutazione di Gemina, ritenuta non generosa da Atlantia. Il concambio verrà deciso nel corso della riunione del Consiglio di amministrazione in programma per l’8 marzo prossimo, tuttavia ad oggi i rumors parlano di 11 azioni Gemina per 1 azione Atlantia. Tale condizione di scambio sarebbe quindi considerata avara dalla maggior parte degli azionisti, soprattutto perché equivale ad una valutazione della holding degli aeroporti a circa 6,2 volte l’ebitda 2014 e che al contempo valorizza la holding Gemina a 1,2 euro.

Ma c’è chi va oltre la valutazione effettuata esclusivamente sulla base dei multipli. Alcuni analisti si sono infatti soffermati ad analizzare i rischi insiti di Atlantia, intesa come moneta di scambio nell’ambito di tale operazione. Al riguardo, in particolare, un analista ha sottolineato l’esistenza di un disallineamento informativo  in merito ai piani industriali: mentre Gemina ha rivisto le sue stime sull’andamento del traffico aereo in negativo tra il 3-4%, le previsioni di Atlantia continuano a vedere una riduzione del traffico autostradale del 6% nel 2013 e del 4% nel 2014. A tutto questo bisogna poi aggiungere l’assenza di un meccanismo di compensazione in Atlantia, mentre al contrario nella convenzione di Gemina è previsto che qualora dovesse verificarsi un calo del traffico superiore al 5% i ricavi verrebbero portati alla stabilizzazione mediante un innalzamento delle tariffe.

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