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Perchè le criptovalute sono crollate nell’estate 2018? Certamente ti sarai posto tante questa domanda negli ultimi giorni guardando, impotente, al crollo del prezzo del Bitcoin, di Ethereum  e di Ripple (crypto a maggiore capitalizzazione). Conoscere le cause del crollo delle quotazioni delle criptovalute è essenziale anche per prepararsi ad una eventuale ripresa del trend rialzista. Posso subito dirti che se sei alla ricerca del classico capo espiatorio…non sei nel posto giusto. Non c’è infatti solo un motivo alla base del crollo delle valute virtuali ma ce ne sono ben cinque!

E’ stata quindi una convergenza tra fattori diversi a causare il forte ribasso del Bitcoin e delle altcoin. In questo post passerò in rassegna i motivi (uno per uno) che hanno determinato il crollo delle criptovalute nell’estate 2018. Considerando che l’autunno è alle porte, è possibile che il prezzo del Bitcoin torni a salire e che quindi quanto avvenuto in estate resti solo un lontano ricordo?

Bolla criptovalute: il rischio nell’estate 2018 c’è stato

Inutile lasciarsi andare ad un facile ottimismo. Nel corso dell’estate 2018 molti operatori hanno seriamente temuto che la tanto chiacchierata bolla del Bitcoin potesse essere pronta ad esplodere. Parlo di bolla del Bitcoin ma in realtà il concetto può essere tranquillamente esteso a tutte le altre altcoin a partire da Ripple e Ethereum. Sono state le stesse dimensioni del crollo del valore delle monete virtuali ad alimentare le indiscrezioni su una possibile imminente bolla. Il prezzo del BTC ha infatti perso a cavallo tra metà maggio e metà agosto ben il 27% del suo valore. Un ribasso molto forte che ha riportato in primo piano le paure sulle possibili similitudini tra la bolla dei tupilani del seicento e, appunto, il possibile crack delle crypto. Il noto accostamento Bitcoin e bolla dei tulipani è tornato a far rumore salvo poi venire meno grazie ad una lenta ripartenza che il BTC e le altre hanno subito nelle prime settimane di settembre.

Crollo criptovalute: la prima causa

Nel corso di questa turbolenta estate la SEC è intervenuta a gamba tesa sulle criptovalute. Se sei solito seguire il flusso di notizie sul Bitcoin avrai certamente serrato gli occhi dinanzi a questa news: la SEC ha espresso parere negativo a due ETF a base Bitcoin proposti dai Winklevoss. E’ impossibile che questa notizia ti sia sfuggita anche perchè, non appena si è iniziato a parlare del No della SEC, le criptovalute sono subito crollate. Può un parere, sia pure della SEC, determinare un ribassamento così marcato delle quotazioni del BTC?

La risposta è si non tanto per il fatto in se, ossia il parere negativo ai due ETF a base BTC proposti dai Winklevoss, quanto per le conseguenze di questo atto. Fino a pochi mesi fa la SEC aveva mantenuto nei confronti delle criptovalute un atteggiamento più che neutro. Non senza difficoltà, l’autorità americana era riuscita a destreggiarsi evitando di subire i contraccolpi di un fenomeno complesso quale è quello delle criptovalute. In tutti i precedenti fin qui noti la SEC non si era mai espressa in modo netto ma aveva sempre mantenuto una posizione intermedia. Il parare negativo che è arrivato nell’estate 2018 crea un pericoloso precedente. La SEC, infatti, potrebbe essere passata non da una neutralità a un riconoscimento (cosa che tanti si attendevano) ma dalla neutralità al disconoscimento. Sospetti a parte, il crollo delle criptovalute nell’estate 2018 è dovuto al sospetto che per la tanto invocata istituzionalizzazione delle crypto si dovrà ancora attendere tanto.

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Crollo criptovalute: i fattori fisiologici

Se quella della SEC è oggettivamente la classica notizia da impatto negativo, tra le cause del crollo delle criptovalute ci sono elementi più propriamente fisiologici. In questo paragrafo voglio parlarti del peso avuto dalle ICO. E’ opinione diffusa, che al crollo delle criptovalute abbia contribuito anche la tendenza delle società sviluppatrici di ICO di battere cassa proprio nei mesi estivi. Concretamente le ICO avrebbero approfittato dall’estate per recuperare almeno una parte del denaro speso in fase di sviluppo. Un fenomeno normale ma le cui proporzioni accentuate (cessione di Bitcoin in cambio di Dollari) avrebbero determinato il classico effetto domino con conseguente crollo di tutte le criptovalute. La mossa delle ICO è da ritenersi come un fattore fisiologico che ha contribuito ad alimentare le tensioni. Mi sento però di affermare che il passaggio all’incasso da parte delle ICO non può essere ritenuto la causa scatenante del crollo del Bitcoin & C.

Crollo criptovalute e sentiment generale di mercato

Il sentiment di mercato (dove con mercato non intendo quello delle criptovalute ma bensì quello generale) ha avuto un impatto negativo sull’andamento delle monete virtuali. Non so se oltre al Bitcoin & C. sei anche solito investire in asset più classici e da finanza tradizionale (come le azioni, il Forex, le obbligazioni o ancora le materie prime), in tal caso avrai fatto caso che tutti i mercati sono entrati in una classica fase orso. Il crollo delle criptovalute, quindi, è avvenuto in un momento “orso” per i mercati in generali. Coincidenza? Niente affatto. Sulla questione del legame tra le criptovalute e il mercato in generale ci sono parere molto discordanti. Secondo alcuni osservatori il Bitcoin e le altcoin sono indipendenti dal sentiment generale di mercato mentre secondo altri sono strettamente legati. Dove sta la verità? Sono vere entrambe le affermazioni ossia le criptovalute sono al tempo stesso collegate e autonome rispetto al mercato generale.

In quanto inserite nel mercato generale, le criptovalute risentono dallo stato di salute ossia del sentiment di quel contesto. Per farti un esempio se la tendenza è bear allora anche la tendenza del Bitcoin sarà bear.

Sotto il punto di vista opposto, però, ossia se considero le criptovalute una sorta di anomalia rispetto al mercato generale, è innegabile che il Bitcoin abbiano delle peculiarità che le rendono uniche rispetto agli asset tradizionali.

Questo rapporto complesso con gli altri asset come le azioni rende le criptovalute molto suscettibili. Tornano all’estate 2018, è innegabile che la tendenza orso del mercato abbiamo finito con l’influenzare anche gli spezzoni meno conformi di tale mercato come appunto le valute virtuali.

Puoi approfittare del rapporto anomalo tra mercato generale e criptovalute per fare trading da una sola piattaforma.

Crollo criptovalute a parere di Google e di Apple

Apple e Google hanno fatto crollare le criptovalute? Questa è la voce che è circolata tra gli investitori durante i mesi estivi. E’ vero ossia il crollo del Bitcoin e delle altre altcoin è davvero responsabilità di Google e di Apple? Come per gli altri fattori citati anche i segnali arrivati dai due giganti del web hanno contribuito a far perdere appeal alle criptovalute? Ma cosa hanno fatto di così grave le due società? Direttamente nulla ma indirettamente tanto. Apple e Google, infatti, hanno bloccato lo sviluppo di applicazioni per smartphone finalizzate al mining di Bitcoin.

A stabilire per prima lo stop è stata la Apple con Google che è intervenuta immediatamente dopo. Sia Apple che Google non hanno motivato la loro scelta con un giudizio di merito. In pratica nessuna delle sue società ha affermato di aver vietato le app per fare mining sul Bitcoin perchè non riconosce le ciptovalute ma, nonostante questo, il messaggio che è passato è stato proprio questo: Google e Apple non si fidano delle monete virtuali. Questa deduzione, per quanto inesatta, ha quindi alimentato il crollo che le criptovalute hanno registrato nell’estate 2018.

Crollo criptovalute e repressione “cinese”

L’azione dei governi ha determinato il crollo delle criptovalute? Se ti sei posto questa domanda è perchè, da conoscitore del mondo delle valute virtuali, saprai che, in passato, il Bitcoin e le altcoin sono spesso crollate perchè alcuni governi hanno messo paletti alla loro espansione introducendo regole molto dure. Ebbene, contrariamente a quello che potresti pensare la regolamentazione da parte dei governi non centra (quasi) nulla con il crollo delle criptovalute di questa estate. Quel quasi non significa completamente perchè, in effetti, c’è stato un paese, uno solo, che è intervenuto contro le criptovalute: la Cina. I paletti imposti dalle autorità cinesi alle valute virtuali hanno contribuito a fare crollare il Bitcoin e le altre.

Ma cosa ha fatto di così grave la Cina per contribuire al crollo delle crypto? Le autorità di Pechino hanno bloccato qualsiasi evento “fisico” come ad esempio le conferenze sulle criptovalute e sulla blockchain. Ma non basta. La celebre piattaforma di messaggistica cinese WeChat ha messo al bando tutti i canali di scambi di informazioni sulle ICO. Per la Cina le criptovalute semplicemente non esistono e questa presa di posizione, chiara, ha determinato il crollo delle valute digitali.

Crollo criptovalute estate 2018: come si può guadagnare

Lo sapevi che in tutto questo disastro, qualcuno è riuscito a trarre vantaggio dal crollo delle criptovalute? Proprio così. Esistono determinati strumenti che permettono di guadagnare anche in caso del crollo del Bitcoin. E’ questo il caso del trading di CFD. Attraverso i Contratti per Differenza puoi investire puntando su un ribasso (short). Per imparare ad investire in questo modo ti consiglio sempre di fare prima pratica con un conto demo come quello messo a disposizione da eToro.

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Dopo il grande crollo dell’estate 2018, le criptovalute sembrerebbero in ripresa. Questo significa che, nel trading di CFD, è tempo di cambiare strategia e di andare long. Ad ogni modo l’alta volatilità del Bitcoin e delle altcoin garantisce margini di movimento interessanti se vuoi investire attraverso i CFD.

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