Lo scorso 16 marzo il management di Eni ha presentato il piano strategico 2018-2021 della società. Il piano è ovviamente subito finito al centro delle analisi di investitori ed esperti. Tutti si sono messi a caccia dei possibili “segnali” presenti nel nuovo piano strategico di Eni. Sono certo che anche te avrai provato a tirare fuori del business plan del Cane a Sei Zampe idee per fare trading.
In fin dei conti, il nuovo piano strategico Eni è positivo o negativo? Per trovare una risposta a questa domanda ti invito a leggere i prossimi paragrafi. In questo articolo ti spiegherò quali sono gli obiettivi del nuovo piano strategico e cosa conviene fare nel lungo periodo: è meglio investire in azioni Eni oppure è consigliabile puntare su altri titoli?
Piano strategico Eni 2018-2022 cosa è
Per definizione un piano strategico contiene quelli che soni gli obiettivi e i target di una società per i prossimo anni. Nel caso in questione, il piano strategico Eni contiene tutta una serie di indicazioni su come il Cane a Sei Zampe si muoverà negli anni fino al 2022. Il business plan di Eni è basato su quattro pilatri: dividendo, target nel segmento up-stream, target nel segmento mid-downstream e target di decarbonizzazione. A questi quattro pilastri se ne aggiunge poi un quinto che è rappresentato dalla strategia finanziaria del gruppo per gli esercizi dal 2018 (quello attuale) al 2021.
Dividendo Eni previsioni prossimi anni
Per un azionista sapere con anticipo quello che sarà l’ammontare del dividendo in distribuzione nei prossimi esercizi è molto importante. Stime su un dividendo consistente, infatti, possono essere la molla che spinge ad investire su un titolo anzicchè un altro. C’è proprio questo ragionamento alla base della decisione del consiglio di amministrazione di indicare quello che sarà l’importo dei prossimo dividendi Eni. Il piano strategico della società prevede che il dividendo Eni sull’esercizio 2017, in pagamento il 2018, sia uguale 0,83 euro per azione. La cedola, come stabilito dal CdA, sarà pagata interamente per cassa. Lo stesso consiglio di amministrazione ha inoltre deliberato che la politica di distribuzione dei dividendi sia progressiva e legata alla crescita dei risultati underlying e del free cash flow. Rispetto al dividendo Eni staccato quest’anno, la cedola in pagamento nel 2018 sarà più consistente del 3,75%.
ATTENZIONE – Lo sai che puoi beneficare dello stacco del dividendo Eni anche senza essere azionista del Cane a Sei Zampe? I dividendi, infatti, spettano anche se scegli di investire in azioni Eni attraverso il trading di CFD. Investire sui dividendi con il trading di CFD è un argomento complesso che ti consiglio di approfondire. Per imparare a fare trading sfruttando lo stacco del dividendo Eni, la cosa migliore è esercitarsi con un conto demo. Ti consiglio in modo particolare il broker IQ Option che ti permette di avere una demo gratis senza alcun deposito. IQ Option è uno dei broker specializzati nel trading di CFD sulle azioni. Eni è parte integrante dell’offerta del broker. Scopri come investire in azioni Eni aprendo un conto demo! IQ Option ti regala una demo gratis per imparare a fare subito trading sulle azioni Eni!
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Piano strategico Eni: target upstream e mid-downstream
Upstream e Mid-Downstream sono due dei pilastri del piano strategico di Eni al 2021. Essendo le informazioni su questi argomenti non di ordine propriamente finanziario, ti starai chiedendo a cosa essi possano servire. In realtà conoscere i target upstream e mid-dowstream di Eni è utile ai fini dell’elaborazione dei previsioni sul possibile andamento della quotazione Eni su Borsa Italiana. Per quello che riguarda il segmento upstream, Eni punta a scoprire 2 miliardi di barili di olio equivalente di nuove risorse e a beneficiare di un incremento della produzione a un tasso medio annuo del 3,5%. Nel settore upstream è intenzione del Cane a Sei Zampe investire in esplorazione circa 3,5 miliardi di euro nel quadriennio 2018-2021 in oltre 25 Paesi. Nell’immediato, ossia nell’esercizio 2018, Eni vede una crescita della produzione del 4% rispetto al 2017. Si tratta di un dato che è superiore alla precedente guidance.
Per quello che riguarda invece il mid-downstream, Eni a partire dall’esercizio 2013 aveva già dimezzato il breakeven nel business della raffinazione & marketing, portandolo a meno di 4 dollari al barile. In base ai nuovi target il breakeven dovrebbe scendere a 3 dollari al barile a fine 2018.
Piano strategico Eni: target decarbonizzazione
La decarbonizzazione è al centro delle politiche di Eni da tempo. Nel piano strategico 2018-2021 vengono ribaditi gli impegni su quattro diversi ambiti: la riduzione delle emissioni, un portafoglio a basso costo e a basso contenuto carbonico, lo sviluppo di progetti nel segmento delle energie rinnovabili e continui investimenti in ricerca e sviluppo. L’obiettivo di lungo termine di Eni è quello di giungere a una riduzione delle emissioni. L’impegno di Eni sul fronte della decarbonizzazione rende l’investimento in azioni del Cane a Sei Zampe molto interessante. Quando fai trading di CFD sulle azioni Eni stai ossia puntando, seppure indirettamente, su una società che ha preso l’impegno di investire nel futuro.
Questo è un aspetto molto importante soprattutto per quello che riguarda gli investimenti di lungo periodo. Puoi investire in azioni Eni attraverso il CFD anche sul lungo termine e in più hai la comodità di gestire il tuo investimento in modo diretto grazie ai Contratti per Differenza. Scopri come fare trading sulle azioni Eni aprendo un conto demo e Toro! La demo eToro è gratis e può essere subito utilizzata per investire in azioni Eni!
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Piano strategico Eni: target finanziari 2018-2021
Crescita sostenibile e progetti industriali sono argomenti certamente interessanti per capire se il piano strategico di Eni al 2021 è positivo o meno. Tuttavia senza un monitoraggio dell’aspetto finanziario del piano stesso, l’analisi sarebbe incompleta. Il piano di investimenti di Eni prevede una spesa inferiore a 32 miliardi di euro che è praticamente sullo stesso livello del precedente piano. Segmentando la spesa complessiva, l’80% delle risorse messe in campo sarà destinato al settore Upstream. E’ a questo punto che entra in gioco l’andamento del prezzo del petrolio.
Supponendo una quotazione del petrolio Brent costante a 60 dollari al barile, la generazione di cassa di Eni crescerà nei prossimi 4 anni e aumenterà ancora di più se la quotazione del petrolio dovesse salire. Per l’esercizio in corso Eni punta a conseguire un flusso di cassa operativo di oltre 11 miliardi di euro, prima della varia variazione del capitale circolante, con un aumento di oltre 2 miliardi nel 2021 a parità di scenario. Per finire nel piano strategico del Cane a Sei Zampe si fa riferimento a una neutralità di cassa organica del dividendo a un prezzo di 55 dollari al barile nel 2018, in ulteriore calo a 50 dollari al barile entro il 2021, data di conclusione del piano.
Piano strategico Eni e giudizio degli analisti
Se il linguaggio tecnico del piano strategico di Eni ti sembra troppo settoriale per le tue competenze, puoi trovare aiuto nella definizione di un giudizio complessivo sul business plan, guardando ai report degli analisti. Molti broker e banche d’affari hanno infatti commentato il piano strategico Eni al 2021 determinando inevitabili effetti sull’andamento della quotazione Eni. Gli analisti di Equita hanno affermato che parametri come la generazione di cassa netta e il dividendo sono risultati superiori alle attese. Per questo motivo gli esperti hanno confermato il rating buy sulle azioni Eni con target price alzato da 17 a 17,5 euro. Riscontro positivo dopo il piano strategico anche da parte degli analisti di Kepler Cheuvreux che hanno confermato il rating buy sulle azioni Eni con target price alzato da 16 a 16,5 euro. Gli analisti hanno rivisto al rialzo le stime sull’utile per azione di Eni del 5,3% per l’esercizio 2017.
Azioni Eni da comprare anche secondo gli analisti di Citigroup che hanno messo in evidenza soprattutto la decisione del management del Cane a Sei Zampe di aumentare il dividendo. Rating buy anche da parte di Goldman Sachs che ha confermato il target price a 20 euro sottolineando che il gruppo sembra finalmente essere riuscito a lasciarsi alle spalle la fase di ristrutturazione. Per finire gli analisti di Jefferires hanno confermato il rating buy sulle azioni Eni migliorando il target price da 17,2 a 17,5 euro. Il broker ha puntato la sua attenzione sulla decisione del management della società di aumentare il dividendo.
In generale quindi gli analisti hanno promosso il piano strategico Eni. Il consiglio buy non vale solo se sei intenzionato a comprare azioni ma anche nel caso in cui il tuo obiettivo è fare trading attraverso i CFD.
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