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Secondo quanto riportato da alcuni giornali, accertata la volontà comune di sciogliere in anticipo la joint venture, l’amministratore delegato di Generali, Mario Greco, sarebbe al lavoro per rilevare da Petr Kellner il 49% di Ppf. Le modalità previste per il riacquisto sarebbero già state valutate positivamente dal Comitato esecutivo riunitosi a Milano lo scorso 7 dicembre.

Il dossier Ppf potrebbe essere esaminato dal Consiglio di amministrazione di Generali già in occasione della riunione prevista per oggi, visto l’obiettivo di arrivare ad un accordo prima della presentazione del piano strategico il 14 gennaio prossimo a Londra, anche se è esclusa la possibilità che si arrivi stesso oggi ad una decisione.

La valutazione della quota del 49% sarebbe di circa 2,5 miliardi. Secondo gli analisti, l’operazione potrebbe avvenire in due fasi: acquistare il primo 25% per 1,25 miliardi e successivamente il restante 24%. Non si esclude comunque la possibilità che si acquisti tutto direttamente in un’unica soluzione.

Gli esperti di Intermonte, in particolare, ritengono che l’acquisizione di Ppf avrà un impatto sul solvency I di circa 13/14 punti base e che post operazione il solvency di Generali possa aggirarsi intorno al 135/140%. Gli esperti di Cheuvreux si dicono certi che la compagnia triestina disponga delle risorse necessarie a concludere la cessione, in quanto potrebbe utilizzare i proventi incassati a seguito della dismissione di Bsi e delle attività statunitensi. A loro avviso, inoltre, l’impatto sull’utile per azione sarebbe piuttosto limitato, in quanto si parla di -1%/-2%, tuttavia Generali avrebbe un rapporto debito/book value tangibile di 2 volte, considerato piuttosto rischioso.

 

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