Attraverso una nota diffusa ieri in serata, Sea ha comunicato il via libera arrivato dalla Consob alla pubblicazione del prospetto informativo. Nel corso della tarda serata di ieri, inoltre, la società aeroportuale che gestisce gli aeroporti milanesi ha anche stabilito la forchetta di prezzo per la quotazione, che va da un minimo di 800 milioni ad un massimo di 1,075 miliardi di euro (prezzo per azione compreso tra 3,2 euro e 4,3 euro).
La quotazione, che ricordiamo dovrebbe avvenire entro i prossimi 20 giorni, secondo quanto riferito da alcune indiscrezioni di stampa verrà attuata attraverso un aumento di capitale pari al 13,9% e che determinerà una diluizione della quota attualmente detenuta dal Comune di Milano, che dovrebbe passare dal 54,8% al 48,1%, nonché tramite la vendita della quota del 14,56% detenuta dalla Provincia di Milano, per un flottante complessivo pari al 25%.
F2i, azionista con il 29,75% di Sea, secondo alcune indiscrezioni di stampa avrebbe manifestato alcune perplessità attraverso i suoi rappresentanti in consiglio. In particolare, ci sarebbero alcuni dubbi in merito al prezzo, in quanto se questo fosse troppo basso ci sarebbe un’inevitabile svalutazione della partecipazione che il fondo ha già in portafoglio. La quota attualmente nelle mani del fondo di Vito Gamberale, ricordiamo, è stata pagata un anno fa 385 milioni, valore che equivale ad una valorizzazione di Sea vicina agli 1,3 miliardi, ne deriva quindi che se il gruppo capitalizzasse nella parte bassa della forchetta, quindi attorno agli 800 milioni, F2i potrebbe essere costretto a iscrivere nel bilancio una perdita di valore pari a 150 milioni. Tali preoccupazioni secondo gli esperti non sarebbero affatto infondate, in considerazione del fatto che, secondo le indagini di pre-marketing delle banche d’affari, pochissimi investitori istituzionali sarebbero interessati a Sea a prezzi superiori ai 900 milioni complessivi.
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