L’agenzia di rating Standard & Poor’s ha annunciato di aver tagliato il rating dell’Italia a “BBB” con outlook negativo. Il motivo, hanno spiegato gli analisti dell’agenzia statunitense, è da ricercare in quelli che sono gli obiettivi di bilancio per il 2013, a loro avviso difficilmente raggiungibili allo stato attuale dei fatti. Questo sia per il differente approccio nella coalizione di governo sia per le modalità individuate per coprire un disavanzo che, a loro avviso, è da ricondurre soprattutto alla decisione di sospendere l’Imu e al possibile ritardo dell’aumento dell’Iva già pianificato.
Hanno inoltre influito in modo pesante sulla decisione di Standard & Poor’s anche l’indebolimento del canale di trasmissione monetaria e gli elevati tassi di interesse per le aziende private, che ad oggi risultano essere ben al di sopra dei livelli precedenti la crisi nonostante le azioni di allentamento monetario della Bce. Da non sottovalutare, inoltre, la forte rigidità del mercato del lavoro e dei prodotti, come testimoniato dai dati di Eurostat che indicano salari non allineati con i trend di produzione e che pesano sulla competitività dell’Italia.
Tuttavia, secondo quanto riferito da alcune fonti del ministero dell’Economia, le motivazioni che hanno portato al taglio del rating da parte di Standard & Poor’s sono già state superate dai fatti e non tengono conto delle misure più recenti adottate dal governo e del programma di interventi già annunciati sul fronte dell’economia.
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