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E’ stata una riunione relativamente tranquilla e senza scossoni, quella che si è svolta ai vertici di Rcs tra i soci di maggioranza e l’amministratore delegato dell’importante società editoriale, Pietro Scott Jovane.
Le richieste del patto sono state subito chiare, intimando all’amministratore delegato di non dare scossoni alla società ma di procedere con cautela nella preparazione del nuovo piano strategico di Rcs, ricordandogli quanto in questo momento sia delicata la situazione economica a livello nazionale e internazionale, fattispecie che implica e richiede particolari precauzioni nel caso di un paventato aumento di capitale. Tuttavia il discorso tra il patto e l’amministratore delegato non è stato approfondito, segno che le parti sono abbastanza distese e che si fidano l’una dell’altra; Jovane non ha fornito nessun dettaglio sul suo piano, mentre il patto non si è esposto in nessun veto sul progetto del suo amministratore. Una situazione di stallo, che induce a pensare a un incontro dedicato unicamente a questa faccenda, ma solo dopo che a ottobre si sarà discusso un presumibilmente difficile consiglio di amministrazione nel quale dovrà discutersi la spinosa faccenda delle perdite di capitale arrivate oltre il livello di guardia, stimato su un terzo del totale, a causa delle travagliate vicende della borsa spagnola degli ultimi mesi.

A poche ore dall’assemblea, è giunta inaspettata una notizia da parte di un ex membro senior del patto, l’imprenditore Diego della Valle, che nonostante sia uscito dal patto nella scorsa primavera, ha annunciato di voler aumentare la sua quota capitali, raddoppiandola quasi, passando dal 5,5% all’8.69%. Uno sforzo economico notevole, effettuato non in prima persona dall’imprenditore italiano, ma da una sua società controllata, che non è la stessa che possiede le azioni già nelle tasche di della Valle, che invece appartengono alla Dorint. Due gruppi di azioni separate, quindi, per della Valle, che in questo modo distribuisce il rischio.

La notizia non ha però suscitato reazioni a margine dell’assemblea, a meno di qualche inevitabile commento, come non è stata nemmeno messa in discussione, come ci si aspettava, la linea editoriale del Corriere della Sera, quotidiano principale in Italia. La riunione si è svolta con la partecipazione dei maggiori azionisti, tranne che per Fondiaria Sai, che non ha avuto nessun rappresentante; dopo la dipartita di Massimo Pini, il gruppo Unipol non ha trovato ancora un sostituto per presenziare a queste riunioni, Presente, invece John Elkan, presidente Fiat, che si è anche intrattenuto per una breve colazione dopo le due ore di riunione, con l’ad e con il presidente del gruppo.

La riunione ha però convinto le borse, soprattutto Milano, dove il titolo ha subito notevoli incrementi positivi: nella sola giornata in cui si è svolto il patto il titolo ha guadagnato il 2,68%, ma guardando l’evoluzione del titolo nell’ultima settimana, l’aumento è addirittura del 13,8%, segno che le strategie e il comportamento dei soci di maggioranza sta riportando la fiducia nel titolo. L’attesa è adesso tutta per il 16 ottobre, con la tanto temuta assemblea in cui si prevedono toni e temi ben più caldi di quelli discussi dal patto e in cui dovranno essere prese decisioni fondamentali per il futuro di Rcs, che tuttavia ad oggi appare leggermente più roseo di quanto non lo fosse qualche settimana fa, nonostante comunque ancora ci siano parecchie incertezze e dubbi da appianare all’interno del consiglio di amministrazione e sulle strategie future del gruppo per l’evoluzione editoriale.

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