Fiat Chrysler Automobiles non trasferirà la residenza fiscale di Ferrari all’estero. Lo ha dichiarato la società in una nota, smentendo così le voci sull’intenzione di trasferire all’estero la residenza fiscale del Cavallino per risparmiare sulle tasse, seguendo l’esempio della stessa Fca che ha sede legale in Olanda, base fiscale a Londra e quotazione a New York.
Le voci su un possibile cambio di residenza fiscale per Ferrari si erano diffuse in quanto, in caso di trasferimento Fca avrebbe potuto beneficiare del taglio della tassa sui profitti di impresa dal 21% al 20% deciso dal governo di David Cameron, che intende anche ridurre al 10% l’aliquota di imposta sui brevetti; in Italia il livello di tassazione sulle aziende è del 31,4%.
Ma il trasferimento di residenza fiscale non ci sarà: nella nota Fiat Chrysler ha precisato che non c’è neppure il progetto di tale azione e che le attività italiane della Ferrari continueranno ad essere soggette al regime fiscale del Paese.
Sempre nella giornata di ieri Fca ha stabilito il prezzo delle azioni relative all’aumento di capitale; il prezzo delle azioni ordinarie è stato fissato in 11 dollari per azioni e faranno parte dell’offerta sia azioni ordinarie tra i titoli propri che ulteriori azioni che il gruppo emetterà per reintegrare il capitale dalle azioni cancellate dagli azionisti Fiat al momento della fusione con Chrysler. In totale, l’offerta garantirà a Fca un incasso lordo di 957 milioni di dollari, circa 769 milioni di euro.
Per quanto riguarda la seconda operazione lanciata da Fca, il convertendo da 2,5 miliardi di dollari, il gruppo ha collocato alla pari l’obbligazione con scadenza 2016; la cedola è pari al 7,875% annuo dell’importo nozionale e potrà essere corrisposta in azioni ordinarie al tasso di conversione obbligatoria.
Intanto, nella giornata di ieri, il titolo Fca è stato protagonista di un performance negativa a Piazza Affari, chiudendo la seduta a -6,27% a 9,19 euro, dopo un stop per eccesso di ribasso in avvio di giornata.
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