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Dal punto di vista degli eredi la cassetta di sicurezza è senza dubbio il posto più stupido in cui conservare documenti importanti come rogiti, atti di proprietà o lo stesso testamento. Tuttavia, se si considera il punto di vista del defunto, la cassetta di sicurezza è indubbiamente il posto più sicuro in cui conservare tali documenti, soprattutto se si temono scontri tra gli eredi o se si teme che qualcuno possa far sparire il testamento.

Salvo casi estremi, tuttavia, il consiglio degli esperti è quello di assicurarsi che nella cassetta di sicurezza non siano conservati documenti importanti, inoltre sarebbe bene anche trasferirne la titolarità prima della morte del congiunto, anche nel caso in cui la cassetta sia cointestata al coniuge o al figlio.

Il motivo è l’iter piuttosto lungo previsto per l’apertura di una cassetta di sicurezza di proprietà di un defunto, nonché l’ingente spesa che gli eredi sono chiamati a sostenere. Secondo la normativa vigente, infatti, la cassetta di sicurezza di un soggetto defunto deve avvenire alla presenza di tutti gli eredi, o di un loro delegato, del notaio e, qualora si pensi che possa contenere oggetti preziosi, anche di un perito nominato dagli eredi, o dal Tribunale in caso di loro disaccordo.  Il costo dell’operazione si aggira tra i 2.000 e i 7.000 euro, mentre i tempi di apertura sono di circa 40 giorni.

Proprio considerando che all’interno della cassetta di sicurezza il defunto potrebbe aver conservato il suo testamento, finché tale cassetta non viene aperta qualunque coerede può impugnare la successione e impedirne la chiusura, andando così a bloccate la divisione e il godimento dei beni da parte degli altri eredi.

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