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Primo trimeste del 2015 positivo per L’Espresso; la società ha registrato utili al di sopra delle attese degli analisti. Tuttavia, il management del gruppo non è sbilanciato sull’andamento del 2015 a causa dell’incertezza del mercato pubblicitario.

L’utile netto del gruppo del settore editoriale è stato di 12 milioni di euro, in aumento rispetto ai 2,1 milioni di euro registrati nel primo trimestre del 2014 e al di sopra delle attese degli analisti delle principali banche d’affari. I ricavi del periodo in esame sono stati pari a 146,6 milioni di euro, in dominuzione del 3,7 per cento rispetto all’analogo periodo dello scorso anno, ma sostanzialmente in linea con le stime degli analisti.

Nello specifico, i ricavi diffusionali sono stati pari a 55,7 milioni di euro, in calo del 3,8 per cento rispetto allo stesso periodo del 2015; i ricavi pubblicitari sono scesi del 2,8 per cento, con la raccolta su Internet in aumento dello 0,1 per cento, quella su radio di +2,6 per cento, mentre quella su stampa è diminuita del 6,9 per cento.

In discesa anche il margine operativo lordo: 13,9 milioni di euro a fronte dei 14,2 milioni del 2014; in miglioramento, invece, l’utile netto, passato a 12 milioni di euro, rispetto ai 2,1 milioni dell’esercizio precedente.  Alla fine di marzo l’indebitamento netto era pari a 11,2 milioni di euro, in diminuzione rispetto ai 34,2 milioni dell’inizio del 2015.

Per quanto riguarda le previsioni per l’esercizio 2015, i vertici del gruppo L’Espresso hanno fatto sapere che i risultati saranno dipendenti dall’andamento del mercato pubblicitario, ancora molto incerto, dato che, come ha sottolineato il gruppo, i primi due mesi dell’anno sono stati piuttosto negativi.

Nella giornata di ieri, oltre alla presentazione della prima trimestrale 2015, si è tenuta l’assemblea degli azionist  che, oltre ad approvare i risultati di bilancio del 2014, ha eletto anche il nuovo Consiglio di Amministrazione che resterà in carica fino al 2017; infine, i soci hanno approvato un nuovo piano di acquisto di azioni proprie per un totale massimo di 20 milioni di azioni.

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