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A partire dal 2008 le banche sono obbligate a fornire al cliente la possibilità di scelta, per i mutui a tasso variabile, tra tasso Euribor e tasso Bce. Il tasso Euribor, ricordiamo, è determinato dalle negoziazioni sull’acquisto del denaro tra le principali banche europee, ovvero dall’incontro della domanda e dell’offerta. Il tasso Bce, invece, rappresenta il costo ufficiale del denaro, pertanto viene deciso dalla Banca centrale europea. Le differenze tra i due, oltre che le modalità di determinazione, riguardano anche le oscillazioni giornaliere, presenti nel primo e assenti invece nel secondo. A fronte di ciò, dunque, il tasso Bce appare più stabile, tuttavia questo non corrisponde necessariamente ad una maggiore convenienza, in quanto è necessario valutare tutta una serie di parametri.

Tra questi figura ai primissimi posti lo spread applicato dalla banca. La maggior parte degli istituti di credito, infatti, è solita applicare uno spread maggiore al tasso Bce, rispetto a quello applicato al tasso Euribor. Oltre allo spread, tuttavia, occorre tenere in considerazione anche il trend delle oscillazioni degli ultimi mesi e, per quanto non certe, anche le previsioni per gli anni a venire.

Al riguardo, le ultime indicazioni degli analisti indicano la possibilità che nel corso dei prossimi anni l’Euribor 3 mesi possa essere più caro di circa 10-20 punti base rispetto al tasso Bce, che invece dovrebbe rimanere stabile a lungo, almeno stando alle indicazioni fornite da Mario Draghi. Per tale motivo, per chi stipula oggi un contratto di mutuo, potrebbe risultare più conveniente agganciarsi al tasso Bce.

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