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La seconda lezione di questa guida sul CFD Trading è dedicato al “quando“. Dopo aver risposto alla domanda sul “cosa“, cercheremo adesso di definire il momento migliore in cui è possibile fare trading. Porsi un interrogativo simile, significa ammettere che fare trading di CFD in ogni occasione non è poi tanto conveniente.

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In pochi parole ci sono contesti in cui questi strumenti finanziari tornano utili e altri in cui lo sono di meno. Il discriminante essenziale è rappresentato dalla durata dell’investimento. Come avviene con le azioni, infatti, anche con il CFD Trading si può investire nel lungo o nel breve termine. Nel primo caso il CFD comprato viene detenuto in portafoglio per un certo periodo di tempo più o meno lungo, andando oltre le fluttuazione di giornata. Nel secondo caso, invece, la posizione aperta sul CFD viene poi chiusa nel giro di pochi minuti, a volte secondi.

In Borsa si è soliti affermare che i veri investimenti siano quelli di lungo periodo. Nel mondo del CFD Trading le cose stanno in modo diverso.

Trading CFD breve termine

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Molto spesso si leggono recensioni e opinioni su guadagni molto consistenti che, alcuni traders, hanno ottenuto aprendo e chiudendo posizioni nel giro di pochissimi minuti. Molti scettici ritengono che questi racconti siano il frutto di leggende. In realtà il più delle volte questi racconti corrispondono alla verità. Permettere a tutti di speculare attraverso l’apertura e la successiva chiusura di trade nel brevissimo periodo è una delle caratteristiche essenziali del trading di CFD.

Facciamo un esempio per meglio comprendere questo concetto. Ammettiamo che il valore di un CFD sia, al momento dell’apertura della posizione, pari a 5. Dopo un mese lo stesso CFD vale 5 + 0,2. Nel caso in cui un investitore decida di tenere quella posizione aperta per un mese, alla fine si troverebbe con un profitto di 0,2 e il suo capitale comunque salvo. Il guadagno, in considerazione del rischio corso, sarebbe molto basso.

La situazione cambia se quell’investitore assume una logica di breve termine. Un singolo mese, infatti, è stato certamente caratterizzato da numerose variazioni sia positive che negative. Aprendo e chiudendo trade è possibile sfruttare tutti questi movimenti. Ovviamente elaborare una strategia così complessa non è affatto semplice e il rischio di perdere tutto è sempre in agguato.

E’ per questo motivo che tra le due opzioni citate, i traders, soprattutto quelli principianti, puntano su una strategia intermedia tesa a valorizzare variazioni che avvengono in singoli intervalli di tempo in genere brevi.

Stop loss trading

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In genere chi fa fa trading di CFD sul breve periodo, apre una posizione e immediatamente dopo la chiude non appena l’andamento dell’asset sottostante cambia direzione. A dirlo con le parole è semplice ma adottare una simile strategia non è affatto facile. Le oscillazioni di un asset, infatti, sono generalmente molto repentine e, sopratutto se si punta su titoli volatili, non sta scritto da nessuna parte che ad un calo non segua poi un recupero. Muoversi in questo contesto non è quindi alla portata di tutti.

Per questo motivo chi sceglie di negoziare azioni attraverso il trading di CFD ricorre sempre all’aiuto delle funzioni di Stop.

La più diffusa funzione di stop è lo Stop Loss. Questa funzionalità consente di impostare una chiusura automatica della posizione che scatta nel momento in cui si arriva ad una certa perdita. Impostare lo Stop Loss su una piattaforma è molto semplice ma anche neutralizzare i vantaggi dello Stop Loss è altrettanto facile. Molto spesso, infatti, si è portati a modificare il livello di stop man mano che le perdite diventano maggiori.

Dal punto di vista psicologico un comportamento simile riflette la speranza che possa arrivare un recupero. Una strategia di questo tipo, frutto di una concezione del trading di CFD come gioco e non come analisi, è da evitare. Lo Stop Loss va impostato una ed una sola volta senza poi far intervenire modifiche. Ovviamente l’impostazione dello Stop Loss non deve essere casuale ma il frutto di analisi preliminari.

Stop Limit trading

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Lo Stop Limit è l’antitesi allo Stop Loss. Con questa seconda funzione, infatti, si può impostare una chiusura automatica che scatta nel momento in cui viene raggiunto un certo livello di profitto. Contrariamente a quello che si può pensare lo Stop Limit non è una contraddizione in termini. Esso non va inteso come una sorta di scelta autolesionista da parte di chi fa trading di CFD ma solo come l’esito della consapevolezza che nessun guadagno può durare in eterno. Il trader che imposta uno Stop Limit su un determinato asset, lo fa perchè si ritiene soddisfatto in caso di raggiungimento del livello di profitto indicato nello Stop. Una eventuale progressione al di sopra dello Stop Limit sarebbe quindi un di più.

La strategia di trading migliore è il frutto dell’accurata combinazione tra Stop Limit e Stop Loss. In pratica andrebbero impostati sia Stop in relazione al raggiungimento di una certa perdita che Stop in relazione al raggiungimento di un guadagno.

Chi fa trading di CFD per le prime volte, molto difficilmente riuscirà a collocare in modo efficiente i due Stop. La capacità di individuare il livello esatto in cui inserire i due blocchi deriva solo dall’esperienza. Ad ogni modo l’apertura di un conto demo può aiutare tanto nella conoscenza delle dinamiche che regolano Stop Loss e Stop Limit. Per aprire un conto demo su una delle piattaforme più intuitive esistenti oggi bastano solo pochi click.

Trading CFD e rischio

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Chi non sa gestire il rischio non dovrebbe fare trading. Tutti gli investimenti sono per loro natura rischiosi. E’ infatti impensabile guadagnare se non si sopporta anche il rischio di poter perdere. Il fattore rischio nel trading è cruciale. Non è un caso che tutte le piattaforme di CFD sui loro siti mettano in guardia circa il rischio che il trading di CFD possa dar luogo alla perdita anche di tutto il capitale investito. In generale anche nel trading vale la regola di tutto il mondo finanziario: quanto più si è disposti a speculare, tanto più si può perdere.

Fare trading con un conto di poche centinaia di euro, infatti, espone ad un rischio più basso rispetto a quello che si avrebbe se il conto fosse di migliaia di euro. Allo stesso modo, facendo trading di CFD con poche centinaia di euro non si può pensare di diventare ricchi. Sotto questo punto di vista le storie di presunti grandi guadagni a partire da un deposito di pochi euro sono, nella maggior parte dei casi, semplici eccezioni.

Quando fare trading di CFD

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In questo secondo capitolo della guida sul CFD & Forex Trading, abbiamo provato a tracciare un quadro sui “tempi” del trading. Capire quando è il caso di iniziare a fare trading non è affatto semplice. Certamente prima di aprire un conto reale è sempre bene riflettere attentamente sulle proprie capacità.

Contrariamente a quello che si può pensare, il trading sui CFD è solo potenzialmente alla portata di tutti. Se però non si sa gestire in rischio, allora forse è meglio rivolgersi ad altri strumenti finanziari. Sulle caratteristiche personali necessarie per fare trading resta valido tutto quello che abbiamo affermato nel primo capitalo della guida. Potete leggerlo se cliccate qui.

Una predisposizione psicologia e comportamentale ovviamente non basta. Per fare trading sui CFD si deve infatti essere molto rapidi. Gran parte dei movimenti che permettono di realizzare interessanti guadagni si esauriscono in poco tempo. Aprire la posizione giusta al momento giusto non è affatto facile anche perchè per guadagnare con il trading di CFD i tempi vanno anticipati.

Come affermano i più grandi traders americani, è con i rumors che si compra mentre quando escono le notizie è necessario vendere. Questo discorso vale per le azioni ma è valido anche nel caso del trading di CFD.

E’ ovvio che pensare di poter tenere sotto controllo tutto il flusso di indiscrezioni sia impossibile. Sotto un certo punto di vista una strategia simile è addirittura controproducente. Il consiglio da dare a chi fa trading per la prima volta, è quello di evitare dispersioni. Inutile dividere il proprio capitale in tanti rivoli che puntano su CFD molto eterogenei e diversi tra loro. In questi casi, infatti, la scelta migliore è quella di focalizzarsi solo su alcuni titoli. Seguire flusso di notizie e rumors riconducibili solo ad alcune azioni, significa avere più possibilità per non perdere l’occasione giusta.

Cosa serve per fare trading di CFD

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Fondamentalmente per fare trading sui CFD servono appena due strumenti operativi. Da un lato c’è l’ovvia necessità di essere iscritti ad una piattaforma di trading e dall’altro serve anche uno strumento che consenta di ricevere informazioni finanziarie continue. Oltre a questi due strumenti non occorre altro. In realtà piattaforma di trading e mezzo per avere news finanziare possono spesso coincidere. Tanti broker, infatti, hanno messo a punto sistemi che permettono un aggiornamento continuo sulla finanza. Tutte le piattaforme di trading, inoltre, dispongono di un calendario macroeconomico real time. In questa agenda sono elencati gli appuntamenti della giornata, della settimana e del mese.

Ammettendo di voler fare Forex Trading, uno degli appuntamenti da tenere sotto controllo è il meeting della Banca Centrale Europea. Nel caso dei CFD su azioni, però, il semplice calendario non è sufficiente. Per avere un’informazione che includa anche le previsioni sui bilanci o notizie su nuovi ordini, è meglio affidarsi ai flussi di notizie dei grandi siti di finanza.

Chiarito questo aspetto, abbiamo adesso a disposizione tutto quello che serve per iniziare a fare trading con un conto demo. Per facilitare la ricerca della migliore piattaforma per il proprio CFD Trading, abbiamo riassunto nello schema sottostante le offerte dei migliori broker. Da queste si può partire.

Guida CFD Trading

1. CFD cosa sono

3.Margine iniziale, variabile, di mantenimento e margin call nel CFD Trading

4.Migliori piattaforme Trading CFD: confronto tra quelle professionali

5.Spread CFD e commissioni trading

6.Grafici Cfd trading: personalizzazione. Come leggere le quotazioni Cfd real time

7. Trading online mediante grafico a candele giapponesi: come leggere i grafici candlestick

8.Doppio massimo e doppio minimo nel trading online: grafici e analisi tecnica

9. Figura testa spalle rialzista e ribassista nel trading: come si riconosce nell’analisi tecnica

10.Pattern di inversione e continuazione nel trading: cosa sono, quali sono e come funzionano

Questo contenuto non deve essere considerato un consiglio di investimento. Non offriamo alcun tipo di consulenza finanziaria. L’articolo ha uno scopo soltanto informativo e alcuni contenuti sono Comunicati Stampa scritti direttamente dai nostri Clienti.
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