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Settimana difficile per Nvidia, che ha guidato il forte calo del comparto tecnologico chiudendo venerdì con un tonfo di quasi il 4%, dopo un periodo già pesante che ha visto il titolo perdere circa il 10% in cinque giorni. Le azioni del colosso dei chip si sono stabilizzate solo nel dopo mercato, intorno ai 190 dollari, ma il clima resta teso tra gli investitori.

L’ondata di vendite ha colpito in generale i cosiddetti “Magnifici Sette” della tecnologia, con il mercato sempre più preoccupato dal rischio di una bolla speculativa legata all’intelligenza artificiale. L’entusiasmo iniziale per l’AI, che ha alimentato la straordinaria crescita dei titoli tecnologici nel 2024 e 2025, sta ora lasciando spazio a una fase di riflessione e volatilità.

A innescare il ribasso di giovedì sono state anche alcune dichiarazioni politiche. David Sacks, funzionario della Casa Bianca responsabile per AI e criptovalute, ha scritto su X (ex Twitter): “Non ci sarà nessun salvataggio federale per l’intelligenza artificiale. Se una delle aziende fallisce, altre prenderanno il suo posto.” Le parole arrivavano in risposta a un intervento della CFO di OpenAI, Sarah Friar, che durante una conferenza del Wall Street Journal aveva accennato alla possibilità di una “garanzia governativa” per agevolare i finanziamenti dei chip destinati ai data center. L’amministratore delegato Sam Altman è poi intervenuto per smentire, chiarendo che OpenAI non ha mai richiesto alcuna protezione di questo tipo.

Le vendite sui titoli dei semiconduttori erano già iniziate mercoledì, dopo la pubblicazione dei risultati trimestrali di Qualcomm, giudicati solidi ma accompagnati da un sentiment di cautela. Molti analisti temono infatti che il mercato dei chip AI stia raggiungendo livelli di sopravvalutazione simili a quelli vissuti durante la bolla delle dot-com di inizio anni 2000.

A pesare ulteriormente sul titolo Nvidia sono state anche le parole del suo CEO, Jensen Huang, che in un’intervista al Financial Times ha dichiarato che la Cina “vincerà la corsa all’intelligenza artificiale” rispetto agli Stati Uniti. Un’affermazione poi parzialmente ridimensionata dallo stesso Huang, che su X ha precisato come la Cina sia “solo a pochi nanosecondi di distanza” dagli USA, ma ribadendo che l’America deve “continuare a correre per restare in vantaggio e conquistare gli sviluppatori di tutto il mondo”.

Il clima generale sui mercati resta quindi di forte incertezza. Mentre Nvidia continua a essere un punto di riferimento per l’industria dei semiconduttori e dell’intelligenza artificiale, la crescente attenzione sulle valutazioni eccessive e sulle dinamiche geopolitiche tra Stati Uniti e Cina potrebbe determinare ulteriori oscillazioni nelle prossime settimane. Gli investitori guardano ora con apprensione ai prossimi dati macroeconomici e ai risultati societari del settore, che diranno se l’AI è davvero una rivoluzione solida o il preludio di una nuova bolla finanziaria.

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