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In vista delle turbolenze che probabilmente caratterizzeranno il mercato del reddito fisso per via delle imminenti elezioni politiche in Italia, i fund manager e gli investitori professionali consigliano di puntare sui titoli di Stato a breve termine. Come ricorda Daniele Guidi, responsabile del reddito fisso di Bnp Paribas Ip, le obbligazioni governative con scadenza compresa tra uno e tre anni godono della protezione del meccanismo cosiddetto Omt, in virtù del quale la Bce può effettuare il riacquisto nel caso in cui lo spread tra BTP e Bund tedeschi dovesse ampliarsi eccessivamente. Inoltre, è sconsigliato investire sui titoli a lunga scadenza anche in considerazione del fatto che una soluzione definitiva ai problemi di stabilità dell’euro non è ancora stata individuata.

In altre parole, dunque, secondo gli esperti i titoli di Stato con scadenza non oltre i tre anni sarebbero in grado di proteggere adeguatamente gli investitori scongiurando eccessivi rischi. Per contro, tuttavia, i titoli a breve scadenza offrono rendimenti che non garantiscono una sufficiente copertura nei confronti dell’effetto erosivo dell’inflazione. Anche il BTP a tre anni, con un rendimento lordo del 2,56% e un rendimento netto del 2,2%, non riesce a oltrepassare la soglia del 2,5% intorno alla quale si aggira il tasso di inflazione corrente.

Per poter realizzare guadagni che consentono di proteggere il capitale investito dall’effetto erosivo dell’inflazione esistono due possibilità: investire sui BTP Italia, che hanno una durata leggermente più lunga (4 anni) ma garantiscono la rivalutazione del capitale investito sulla base dell’andamento dell’inflazione italiana e cedole semestrali anch’esse rivalutate, oppure diversificare il proprio portafoglio includendo anche titoli di Stato a lunga durata (10 anni). Le due soluzioni, tuttavia, non sono necessariamente alternative. Ad esempio, secondo gli esperti, un rendimento del 2,9% circa (2,5% netto) potrebbe essere realizzato con un portafoglio investito per il 50% in BOT, CTZ e BTP fino a tre anni, per il 20% in BTP Italia e per il restante 30% in BTP a 10 anni.

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