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Quello bancario è senza dubbio tra i settori azionari più rischiosi in questo particolare periodo storico. Ad oggi, infatti, il valore delle azioni bancarie è inferiore di circa un terzo rispetto al 2009, in particolare dopo una lenta discesa culminata nel minimo storico raggiunto dall’indice di settore nel luglio del 2012 si è verificata una leggera ripresa che però poi ha visto un nuovo crollo dalla fine di gennaio di quest’anno, complici soprattutto lo scandalo di cui è stata protagonista Banca MPS, l’incertezza politica che ha seguito le elezioni di fine febbraio e le tensioni su Cipro.

Le prospettive per il futuro, poi, non appaiono certo positive, visto che si temono pesanti svalutazioni per sofferenze e crediti incagliati, a cui si aggiungono ricapitalizzazioni per un ammontare complessivo stimato in circa 18 miliardi di euro per via dei requisiti patrimoniali previsti da Basilea 3.

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La maggior parte delle banche italiane, inoltre, prosegue nel programma di riduzione dei costi, sia attraverso un taglio del costo del lavoro che mediante una riduzione della rete distributiva.

Chi intende investire in azioni bancarie nel corso del 2013, dunque, deve considerare che i problemi di fondo che hanno portato ad un forte calo dell’intero settore sono ben lontani dall’essere risolti, tuttavia gli analisti sottolineano che il calo registrato nel corso degli ultimi mesi ha riaperto in Borsa spazi per un recupero e che alcuni istituti di credito offrono una buona remunerazione ai loro azionisti. Figurano tra questi Intesa Sanpaolo, (dividendo relativo all’esercizio 2012 di 5 centesimi per le azioni ordinarie e di 6,1 centesimi per le azioni di risparmio), Unicredit (dividendo di 9 centesimi per azione) e UBI Banca (dividendo di 5 centesimi per azione).

 

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