Quando il padre di Myra Donohue, pianificatore finanziario di professione, le ha offerto aiuto per sistemare le proprie finanze, lei ha gentilmente rifiutato. Con un background in contabilità, pensava di potercela fare da sola a gestire i 5.000 dollari di debito sulla carta di credito, i pagamenti dell’auto e le altre spese mensili. Ma con due figli piccoli e il compagno appena rimasto senza lavoro, la situazione si è rivelata più complicata del previsto.
La svolta è arrivata quando, dopo aver letto un post su Facebook che spiegava come sistemare le proprie finanze in sette passaggi, ha deciso di chiedere supporto a ChatGPT. Inseriti i propri numeri, in pochi secondi ha ottenuto un piano personalizzato di budget a base zero, metodo che assegna un ruolo preciso a ogni dollaro guadagnato. Nonostante i suggerimenti non fossero rivoluzionari, Myra ha apprezzato la rapidità con cui il chatbot ha semplificato l’intero processo.
L’intelligenza artificiale come consulente

Negli ultimi anni i chatbot generativi sono diventati di tutto: terapeuti virtuali, coach di carriera, persino compagni romantici. Ora sempre più americani li utilizzano per gestire il denaro: ridurre i debiti, risparmiare di più o iniziare a investire. Un sondaggio di Intuit Credit Karma su oltre mille persone ha rivelato che due terzi degli adulti che hanno usato l’IA lo hanno fatto per ricevere consigli finanziari, e l’80% di chi li ha seguiti afferma di aver migliorato la propria situazione economica.
La percentuale sale tra le nuove generazioni: l’82% di Gen Z e millennial dichiara di affidarsi ai chatbot per la gestione delle spese. Il fascino è comprensibile: gli strumenti sono veloci, accessibili, spesso gratuiti o comunque meno costosi di un consulente umano. Inoltre, per chi prova imbarazzo a parlare dei propri problemi economici con una persona reale, il dialogo con un’IA appare più semplice e privo di giudizi. Ma ci sono rischi concreti. Oltre al problema della privacy e all’eventualità di ricevere dati imprecisi o consigli assurdi, più della metà degli intervistati ha ammesso di aver preso decisioni sbagliate cercando di seguire alla lettera i suggerimenti ricevuti. Gli esperti raccomandano sempre di verificare le indicazioni dell’IA con un professionista prima di agire.
Sfide personali: dai debiti al mutuo
Jennifer Allan, agente immobiliare del Delaware, si è ritrovata con 23.000 dollari di debiti accumulati sulle carte di credito dopo la nascita della figlia e l’assenza di congedo retribuito. Decisa a uscirne, ha chiesto a ChatGPT un piano in 30 giorni. Ogni giorno il chatbot le assegnava un compito: vendere un cocomero con tatuato sopra l’ammontare del debito (51 dollari ricavati), recuperare fondi da proprietà non reclamate (700 dollari), donare plasma (80 dollari) o cucinare solo con ingredienti già in dispensa (600 dollari risparmiati). Alla fine ha ridotto il debito quasi della metà.
Kathryn Aguilo, maestra d’asilo di 30 anni, ha usato ChatGPT prima per organizzare un matrimonio economico con 180 invitati, poi per creare un tracker delle spese e un piano di risparmio in vista dell’acquisto della casa. Oggi, insieme al marito, sta usando il chatbot per capire come accelerare il pagamento del mutuo trentennale. Alexander Stuart, contabile di 32 anni, ha invece chiesto al chatbot di insegnargli a investire in borsa, trattandolo come una sorta di “università gratuita”. Partito con 400 dollari, il suo primo investimento suggerito dall’IA su AMD è raddoppiato in un giorno. Da allora ha moltiplicato i propri guadagni, pur consapevole che i profitti potrebbero svanire altrettanto rapidamente.
Quando l’IA sbaglia
Non tutti gli esperimenti si concludono con un successo. Lo stesso Stuart ha perso circa 60 dollari su un’operazione Nvidia perché uno dei dati citati da ChatGPT era in realtà obsoleto di alcuni giorni. Da quel momento ha iniziato a verificare manualmente i numeri e a confrontare i suggerimenti con altre fonti.
Jennifer Allan, dopo la sfida dei 30 giorni, ha deciso di prolungare l’esperimento con un nuovo mese di consigli, ma il chatbot le ha proposto azioni bizzarre come vendere foto dei propri piedi online. Ha provato a farlo, per poi cancellare subito tutto. Episodi che dimostrano quanto sia necessario prendere con cautela questo genere di supporto: l’IA può essere rapida e utile, ma non sostituisce la valutazione critica né la professionalità di un consulente umano.
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