Due dei colossi globali dei semiconduttori, Nvidia e Advanced Micro Devices (AMD), hanno raggiunto un accordo storico con l’amministrazione statunitense per poter tornare a vendere i propri chip destinati all’intelligenza artificiale sul mercato cinese. In base all’intesa, le aziende verseranno il 15% dei ricavi generati dalle vendite in Cina direttamente al governo degli Stati Uniti.
L’informazione è stata diffusa dal Financial Times e successivamente confermata da Bloomberg News e altre fonti vicine al dossier. La misura, mai adottata prima per il settore tecnologico, rappresenta un compromesso tra esigenze commerciali e strategia geopolitica.
Le licenze e il contesto politico

La disputa ha origine dalle restrizioni imposte dall’amministrazione Trump sui chip avanzati destinati alla Cina, con l’obiettivo di limitare l’accesso di Pechino a tecnologie sensibili. Nvidia aveva progettato il modello H20, una versione depotenziata dei propri processori AI, proprio per rispettare i limiti imposti da Washington. Tuttavia, ad aprile di quest’anno ne era stata vietata l’esportazione.
Il divieto è stato rivisto a giugno, dopo un incontro alla Casa Bianca tra il CEO di Nvidia Jensen Huang e il presidente Donald Trump. L’ok politico è arrivato, ma le autorizzazioni formali sono state concesse soltanto la scorsa settimana, insieme a quelle per il chip MI308 di AMD. La condizione: il versamento del 15% dei ricavi derivanti dalle vendite in Cina.
Impatto economico per i produttori
Il mercato cinese rappresenta una quota significativa della domanda globale di chip AI. Secondo stime di settore, Nvidia potrebbe vendere in Cina oltre 1,5 milioni di unità H20 nel 2025, con un valore di mercato superiore ai 20 miliardi di dollari. Anche applicando il prelievo del 15%, i ricavi netti resterebbero enormi, giustificando la scelta di accettare l’accordo.
Per AMD, che punta sul processore MI308, la Cina è altrettanto strategica, sia per il volume di vendite potenziale sia per consolidare la propria posizione competitiva contro Nvidia.
Alcuni analisti e giuristi hanno sollevato dubbi sulla legittimità costituzionale di questa misura, richiamando la clausola che vieta di imporre tasse o dazi sulle esportazioni dagli Stati Uniti. Inoltre, esperti di sicurezza nazionale temono che l’apertura possa fornire a Pechino strumenti tecnologici utili anche in ambito militare.
C’è chi definisce la misura una “tariffa politica” mascherata, utile a soddisfare esigenze di bilancio immediato, ma potenzialmente dannosa sul piano delle relazioni commerciali internazionali.
Andamento in Borsa
Alla notizia, i titoli Nvidia e AMD non hanno registrato variazioni significative nelle contrattazioni after-hours di domenica, mentre Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC) – che produce i chip per entrambe le aziende – è rimasta sostanzialmente invariata. Nvidia ha recentemente toccato un nuovo massimo storico, AMD si trova vicino ai livelli massimi dell’ultimo anno, e TSMC sta consolidando appena sotto i propri record.
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