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Quando in borsa arriva questo periodo, più che l’andamento dei singoli titoli, agli investitori interessa sopratutto come sono tassati i dividendi azionari. Il dividendo è la remunerazione che viene pagata agli azionisti. Soprattutto nell’ottica di un investimento tradizionale in Borsa, il dividendo rappresenta quel motivo in più per il quale si è preferito comprare proprio quelle azioni. Da alcuni anni, inoltre, anche per chi negozia azioni con il trading di Cfd, l’argomento dividendi azionari è diventato importante.

Questa guida che ti proponiamo, quindi, vale sia nel caso in cui tu sia un investitore che nel caso in cui tu sia un traders che opera con i Cfd. La domanda, in entrambi i casi, è uguale: come sono tassati i dividendi per la legge italiana? Molto spesso sono presenti risposte approssimative a questo interrogativo. Per capire quale è la tassazione dei dividendi azionari è necessario tenere in considerazione due fattori: percentuale di partecipazione e localizzazione del dividendo.

Tasse sui dividendi azionari: la partecipazione

Il primo criterio alla luce del quale vengono calcolate le tasse sui dividendi azionari è quello partecipativo. Si tratta di stabilire se l’azionista è titolare di una partecipazione qualificata o non qualificata. Per calcolare la tassazione sui dividendi, quindi, è necessario capire quale sia la tipologia di socio in cui si è inquadrati. Ma quale è la differenza tra partecipazione qualificata e partecipazione non qualificata? Per rispondere a questa domanda è necessario andare a guardare al diritto societario.

La differenza tra partecipazione qualificata e partecipazione non qualificata dipende dalla quota percentuale di capitale che è posseduta e dal connesso diritto di voto in assemblea. Una partecipazione qualificata presuppone una quota percentuale di capitale sufficiente per poter esprimersi con il voto.

Senza scendere nel dettaglio, è ovvio che se stai leggendo questa breve guida sulla tassazione dei dividendi, certamente non sarai detentore di una partecipazione qualificata. Questa guida, infatti, è dedicata sopratutto ai piccoli investitori e traders ossia a chi detiene piccolo partecipazioni senza diritto di voto o addirittura non è neppure azionista ma si limita ad operare con il trading di Cfd. I detentori di partecipazione qualificate possono invece beneficiare di canali informativi di tutt’altro livello.

Tassazione dividendi: la localizzazione

Un investitore italiano non per forza di cose deve comprare titoli che sono quotati a Piazza Affari. Da questo ne consegue che un investitore può maturare dividendi italiani ma anche dividendi esteri. Con l’avvento del trading di Cfd, le possibilità di investire in Borsa sono diventate infinite. Stando comodamente seduti al proprio pc, infatti, è possibile investire in Borsa e guadagnare con i dividendi anche con le azioni della Borsa Usa. Se pensi alle cedole staccate dalle quotate del Nasdaq americano, puoi avere un’idea del margine di profitto che si può ottenere.

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Fatta questa premessa vediamo cosa si intende per criterio della localizzazione quando parliamo di tassazione sui dividendi. Questa parola presuppone la conoscenza da parte del fisco dell’area geografica in cui è avvenuta la maturazione del dividendo. In linea di principio vale la seguente regola: tanto più il paese della società è a fiscalità privilegiata, tanto più il fisco italiano applicherà una tassazione maggiore sul dividendo prodotto da quella società.

Tassazione dividendi società residenti

 

Quando parliamo di tassazione di dividendi di società residenti ossia società che hanno il loro domicilio fiscale in Italia (sempre di meno alla luce del sistema tributario italiano), occorre sempre distinguere tra partecipazioni qualificate e partecipazioni non qualificate.

Partiamo dal primo caso. In presenza di dividendi distribuiti da società residenti e derivanti da partecipazioni qualificate, si possono avere due diverse basi imponibili:

  • base imponibile al 49,72% (con esenzione del 50,28%) per le persone fisiche titolari o non titolari di partita IVA e le società di persone. Su questa base imponibile saranno applicate le aliquote Irpef ordinarie
  • base imponibile pari al 5% (con esenzione del 95%) per quello che riguarda le società di capitali ossia le società che sono oggetto di quotazione in Borsa.

In presenza di dividendi distribuiti da società residenti e derivanti da partecipazioni non qualificate, invece, si possono avere le seguenti basi imponibili:

  • base imponibile pari al 49,72% (con esenzione del 50,28%) per le persone fisiche titolari di partita IVA e le società di persone. Su questa base imponibile saranno applicate le aliquote Irpef ordinarie
  • base imponibile pari al 5% (con esenzione del 95%) per le società di capitali. La normativa italiana prevede l’esenzione totale se la società considerata ha scelto il regime di trasparenza.

Nel caso di società residenti derivanti da partecipazioni non qualificate è prevista la possibilità di applicare una ritenuta alla fonte a titolo di imposta del 26% per le persone fisiche non titolari di partita IVA. Ricordiamo che il contribuente persona fisica non dovrà riportare nulla in dichiarazione dei redditi. Sarà infatti la stessa società ad effettuare e quindi a versare la ritenuta di acconto.

Tassazione dividendi società non residenti

Quale è invece la tassazione che viene applicata sui dividendi delle società non residenti? Negli ultimi anni si è assistito ad un vero e proprio boom di ricerche su questo argomento. La crescita del numero di traders che hanno preferito investire in azioni di Wall Street è ovviamente alla base di questo forte interesse.

Per rispondere alla domanda possiamo dire che se le società risiedono in Stati a fiscalità privilegiata o in paesi ex black list, i dividendi riguardanti partecipazioni qualificate e quelli inerenti partecipazioni non qualificate, concorrono alla formazione del reddito complessivo del contribuente per il 100% del loro ammontare. Solo in due distinti casi non viene applicato il regime di totale imponibilità dei dividendi.

Se si è nella fattispecie indicata nell’articolo 167, comma 1, del TUIR ovvero della regola del CFC-Controlled Foreign Companies oppure nel caso di applicazione dell’articolo 167, comma 5, del TUIR ovvero in caso di ammissibilità dell’interpello.

In tutte le altre situazioni è invece prevista l’applicazione della normativa sulla totale imponibilità.

Tasse sui dividendi conclusioni

La tassazione sui dividendi è uno degli aspetti meno piacevoli del mondo della finanza. Tuttavia, quando si decide come investire in Borsa, è sempre consigliabile informarsi anche sugli aspetti fiscali legati ai dividendi. Il principio da adottare per una corretta valutazione dei profitti ottenibili è quello del giusto ritorno. E’ infatti ovvio che se la tassazione è elevata, allora il gioco non vale il rischio che si deve comunque accettare di correre con l’investimento.

Nonostante le tasse sui dividendi in Italia (residenti e non residenti) non siano certamente basse, le remunerazione azionarie offerte continuano comunque ad essere allettanti. Se si va a guardare allo storico dividendi, però, è impossibile non notare che i tempi felici di una decina di anni fa, appartengano al passato. Come si evince dalla tabella sui dividendi 2017, infatti, anche in relazione all’esercizio 2016 si è avuta una compressione delle cedole e un calo del numero di quotate che hanno riconosciuto una remunerazione ai propri azionisti. Questo fenomeno è stato ben visibile soprattutto tra le quotate del settore bancario.

E allora, considerando anche il livello di tassazione sui dividendi, è sempre meglio investire su quei titoli che hanno promesso di distribuire cedole sostanziose. Il problema relativo alla scelta è marginale per chi sceglie di investire in azioni attraverso il trading di Cfd ma è più corposo invece per chi opta per un investimento in azioni di tipo tradizionale. Nel primo caso, infatti, il semplice confronto con gli altri traders, possibile su piattaforme come eToro, è utile a individuare i titoli che distribuiranno i dividendi più elevati.

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Nel caso di acquisto tradizione di azioni, invece, diventa essenziale seguire le analisi dei broker su quella società nonchè leggere le indicazioni che arrivano dal consiglio di amministrazione su risultati e destinazione dell’utile. Utile, per finire, anche un’attenta osservazione dell’intero settore di riferimento della stessa società.

Questo contenuto non deve essere considerato un consiglio di investimento. Non offriamo alcun tipo di consulenza finanziaria. L’articolo ha uno scopo soltanto informativo e alcuni contenuti sono Comunicati Stampa scritti direttamente dai nostri Clienti.
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2 Commenti

  • jonny
    Pubblicato 29 Dicembre 2017 09:18

    Buongiorno ho capito che se la società è residente in un paese a fiscalità privilegiata il dividendo concorre a formare il reddito per il suo intero ammontare. Ma dove posso trovare un elenco di questi paese e come faccio a sapere se la società in questione è residente in uno di questi paesi?

  • Ludovico
    Pubblicato 27 Dicembre 2018 17:56

    Dal gergo di cui si avvale l’articolo si capisce che all’autore non interessa si è comprensibile a chi non è già edotto del tema. Serve solo come pubblicità.

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