Secondo l’ultimo sondaggio dell’Università del Michigan, il sentiment dei consumatori americani è rimasto sostanzialmente invariato nel mese di ottobre. Gli statunitensi continuano a fare i conti con prezzi elevati e un mercato del lavoro indebolito, anche se mostrano un leggero ottimismo sulle prospettive di inflazione.
La direttrice del sondaggio, Joanne Hsu, ha spiegato che “i consumatori percepiscono pochissimi cambiamenti nelle prospettive economiche rispetto al mese scorso. Le questioni legate al portafoglio, come i prezzi alti e la riduzione delle opportunità lavorative, restano in primo piano”.
Le aspettative di inflazione a un anno sono scese al 4,6% rispetto al 4,7% di settembre. È un segnale di maggiore fiducia nella stabilità dei prezzi, anche se la maggior parte degli intervistati non prevede ancora miglioramenti concreti nel breve periodo. La percezione generale resta prudente: molti americani ritengono che i costi della vita continueranno a rappresentare una sfida, soprattutto per le famiglie con redditi medi.
La Federal Reserve taglia i tassi per sostenere l’occupazione
Nel meeting di settembre, la Federal Reserve ha ridotto i tassi d’interesse di un quarto di punto, nel tentativo di contrastare la debolezza del mercato del lavoro. La decisione è arrivata nonostante l’inflazione resti superiore al target del 2%. Il contesto rimane complesso: a causa dello shutdown del governo federale, il rapporto sull’occupazione di settembre è stato rinviato, rendendo più difficile per la Fed decidere se intervenire nuovamente a ottobre o dicembre.
Il taglio dei tassi dovrebbe tradursi in prestiti, mutui e finanziamenti più economici, ma gli effetti saranno graduali e dipenderanno dai prossimi dati macroeconomici.
Nonostante i rischi, l’economia statunitense continua a crescere. La spesa dei consumatori rimane forte, sostenuta dai guadagni azionari e dall’aumento dei valori immobiliari, che danno fiducia alle famiglie con redditi più alti.
Il Blue Chip Economic Indicators Survey di ottobre ha rivisto al rialzo la stima di crescita del PIL del terzo trimestre al 2,5%, contro l’1,6% della prima metà del 2025. Gli analisti hanno anche ridotto la probabilità di una recessione dal 60% al 50%, prevedendo una crescita media dell’1,8% nel 2026.
Prospettive economiche: cautela e attesa per nuovi dati
La Fed attende ora il rilascio dell’indice dei prezzi al consumo di settembre, che potrebbe subire ulteriori ritardi. Senza dati aggiornati, la politica monetaria rischia di procedere “a vista”.
Come sottolinea Peter Berezin, stratega di BCA Research, “nessuno può sapere quando la musica si fermerà, ma le probabilità che ciò avvenga presto sono diminuite negli ultimi mesi”.
Nel complesso, gli Stati Uniti si trovano in una fase di stabilità fragile, dove la fiducia resta contenuta ma la resilienza dei consumatori continua a sostenere la crescita, almeno per ora.
Questo contenuto non deve essere considerato un consiglio di investimento.
Non offriamo alcun tipo di consulenza finanziaria. L’articolo ha uno scopo soltanto informativo e alcuni contenuti sono Comunicati Stampa
scritti direttamente dai nostri Clienti.
I lettori sono tenuti pertanto a effettuare le proprie ricerche per verificare l’aggiornamento dei dati.
Questo sito NON è responsabile, direttamente o indirettamente, per qualsivoglia danno o perdita, reale o presunta,
causata dall'utilizzo di qualunque contenuto o servizio menzionato sul sito https://valoreazioni.com.