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Questa mattina, prima dell’apertura di Piazza Affari, i vertici di Eni hanno diffuso i risultati della prima trimestrale 2015; il gruppo guidato da Claudio Descalzi ha mostrato ricavi in flessione a causa del calo del prezzo del brent; tuttavia i conti restano al di sopra delle attese degli analisti.

Eni ha chiuso i primi tre mesi del 2015 con ricavi pari a 23,79 miliardi di euro, in diminuzione del 18,8 per cento rispetto ai 29,2 miliardi contabilizzati nello stesso periodo dello scorso anno; il management del gruppo ha sottolineato che tale flessione è dovuta al calo del prezzo del brent; in aumento, invece, la produzione di idrocarburi.

Si è ridotto anche il risultato operativo adjusted, che è passato da 3,49 miliardi del 2014 a 1,57 miliardi di euro di quest’anno, pur rivelandosi migliore di quanto stimato dagli analisti; in calo pure l’utile netto adjusted, che si è ridotto del 45,6 per cento attestandosi a quota 648 milioni di euro ma, anche in questo caso, il risultato è stato migliore delle previsioni degli analisti.

Alla fine di marzo 2015 l’indebitamento netto era pari a 15,14 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 13,69 miliardi dell’inizio dell’anno; nei primi tre mesi dell’anno gli investimenti tecnici sono stati di 2,9 miliardi di euro, mentre le attività operative hanno prodotto un flusso di cassa di 2,3 miliardi di euro.

Per l’esercizio 2015 i vertici di Eni hanno in programma iniziative di razionalizzare i progetti di investimento; la produzione di idrocarburi è stimata in crescita rispetto all’anno scorso grazie ai nuovi giacimenti che verranno avviati quest’anno e all’incremento dell’attività di quelli già creati lo scorso anno. Il board prevede che, alla fine dell’esercizio in corso, il rapporto tra indebitamento netto e coperture si manterrà entro il limite di 0,30.

Intanto, a Piazza Affari, il titolo Eni ha iniziato la giornata con un aumento dell’1,5% a 17,6 euro.

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