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Unicredit ha archiviato il primo trimestre del 2013 con risultati superiori rispetto alle previsioni degli analisti, con conseguenti effetti positivi sull’andamento del titolo.

In particolare, l’istituto di Piazza Cordusio ha realizzato nel corso del primo trimestre dell’esercizio 2013 un utile netto pari a 449 milioni di euro, in aumento del 2,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e in netta crescita rispetto alla perdita di 124 milioni dell’ultimo trimestre del 2012, nonché nettamente superiore rispetto ai 156 milioni di euro stimati dal consenso.

I ricavi sono stati pari a 6,1 miliardi, con un incremento del 5,6%  rispetto al precedente trimestre ma in flessione del 5,2% su base annua. Il margine d’interesse si è attestato a 3,3 miliardi, a causa della scarsa domanda di prestiti commerciali in Europa occidentale e del tasso Euribor a tre mesi ai minimi storici, mentre le commissioni sono aumentate a 2 miliardi (+2,1%), soprattutto grazie ai servizi d’investimento e alle commissioni sui servizi di finanziamento. Gli accantonamenti su crediti sono invece diminuiti del 9,3% a 1,2 miliardi.

Dal punto di vista patrimoniale, il Core Tier 1 a fine marzo è migliorato di 19 punti base rispetto a fine 2012 ed è pari all’11,03%, il Total Capital Ratio è calato di 17 punti base, al 14,35%, mentre il leverage ratio è rimasto costante a 17,6.  I coefficienti patrimoniali considerano già l’accantonamento di un dividendo di 9 centesimi per azione nel 2013, in linea con il dividendo pagato nel 2012.

Dopo la pubblicazione dei risultati del primo trimestre 2013, l’amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, nel sottolineare la crescita dell’utile ha affermato che nuova struttura del gruppo inizia a mostrare i primi risultati positivi, aggiungendo che la banca continua a focalizzarsi sul contenimento dei costi e sulle attività nell’Europa dell’est.

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