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Gli analisti di alcune tra le principali banche d’affari ipotizzano in questi giorni una revisione al rialzo della politica dei dividendi da parte di Enel a fronte della plusvalenza che il colosso energetico italiano dovrebbe realizzare dalla cessione del 19,6% di SeverEnergia a Rosneft.

Attualmente, ricordiamo, la politica del gruppo in tema di dividendi prevede un pay-out ratio del 40% sull’utile netto ordinario. Tale percentuale, tuttavia, secondo gli esperti di UBS, potrebbe essere alzata tra il 2015 e il 2017 in modo tale da portare ad una crescita del dividendo del 40%-50%. Prima di tale revisione, tuttavia, la cedola dovrebbe rimanere sui livelli di quella distribuita in relazione all’esercizio 2012, le previsioni parlano infatti di 0,14 euro per azione sul bilancio 2013, di 0,13 euro per azione sul bilancio 2014 e di 0,14 euro per azione sul bilancio 2015.

La cessione di SeverEnergia a Rosneft, come annunciato da Enel, avverrà a fronte del pagamento di un corrispettivo di 1,8 miliardi di dollari, pari a circa 1,4 miliardi di euro. Tale valutazione è significativamente superiore sia al valore della partecipazione, che ricordiamo ammonta a 3292 milioni di euro, che alle aspettative degli analisti, che ricordiamo avevano ipotizzato un prezzo di circa 600 milioni di euro. La plusvalenza prima delle tasse dovrebbe quindi essere pari a circa un miliardo di euro, ovvero pari a 0,1 euro per azione.

La notizia della cessione ad un valore superiore alle aspettative secondo gli analisti è positiva non solo per l’eventuale crescita del dividendo destinato agli azionisti ma anche perché riduce i timori legati a possibili ritardi nell’attuazione del piano di dismissioni annunciato lo scorso marzo e che ricordiamo prevede cessioni per complessivi 6 miliardi di euro entro la fine del 2014.

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