In questi giorni numerosi contribuenti italiani sono alle prese con il calcolo della Tasi, in quanto nei Comuni che hanno provveduto a determinare le aliquote entro il termine stabilito la prima rata dovrà essere versata entro il 16 giugno prossimo. In tutti gli altri, invece, l’acconto andrà versato ad ottobre e il saldo a dicembre.
Pur essendo presenti numerose guide su come si calcola la Tasi, trattandosi di un calcolo che nella maggior parte dei casi i contribuenti effettuano in maniera autonoma, quindi senza affidarsi ad un professionista, non è assolutamente remota l’ipotesi che si sia commesso qualche errore pagando quindi una somma non corrispondente a quella che si sarebbe dovuta pagare. Tuttavia, per fortuna, chi sbaglia a pagare per via di un calcolo errato non dovrà pagare né sanzioni né interessi. Infatti, a tutelare i contribuenti in tal caso ci pensa lo Statuto del contribuente (Legge 212/2000). In particolare, secondo l’articolo 10 dello Statuto, il contribuente non deve essere sanzionato se commette una violazione a seguito di fatti direttamente conseguenti a ritardi, omissioni o errori dell’amministrazione, oppure per obiettive condizioni di incertezza sulla portata e sull’ambito di applicazione della norma tributaria.
Stessa cosa vale anche per chi paga in ritardo. Questo perché il Decreto Legge 88/2014 stabilisce che l’acconto della Tasi deve essere pagato entro il 16 giugno nei 2.181 Comuni che hanno deliberato le aliquote e le detrazioni entro il 23 maggio scorso. Tuttavia, riguardo alle scadenze si è creato un vero e proprio caos dato dal fatto che alcuni Comuni, nelle loro delibere, hanno previsto scadenze diverse rispetto a quella di Legge. Tuttavia, non è stato stabilito entro quando bisogna pagare per evitare sanzioni, per cui meglio non aspettare troppo e procedere al pagamento il prima possibile.
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