Negli ultimi anni il risparmio degli italiani è finito sempre più sotto la lente del fisco, impegnato a controllare la veridicità delle dichiarazioni dei redditi e nella lotta contro l’evasione fiscale.
In questo senso, l’estate del 2013 ha visto entrare sulla scena un nuovo protagonista. È una sorta di “Grande Fratello” del risparmio degli italiani e si chiama Sid, acronimo che sta per Sistema interscambio dati.
Ciò vuol dire che tra l’Agenzia delle Entrate e la privacy dei contribuenti non ci saranno più ostacoli: né per i conti correnti, né per gli investimenti, né per le cassette di sicurezza.
Il Sid è un’infrastruttura del tipo “application to application”, che non richiede l’intervento dell’uomo.
Saranno gli intermediari finanziari a dover inviare tutte le informazioni “sensibili” dei propri clienti al fisco. Sotto la lente delle Entrate non ci saranno le singole operazioni, bensì alcuni dati macro. Anche le cassette di sicurezza rientrano tra i controlli del fisco.
La banca dovrà fornire i dati alle Entrate, per poi essere incrociati con le dichiarazioni dei redditi e verificare scostamenti esagerati tra le entrate e le uscite. In questo modo il fisco potrà stilare una lista di contribuenti a maggior rischio di evasione e procedere con i dovuti accertamenti.
I controlli saranno effettuati a partire dall’anno 2011, con i dati che saranno inviati entro il 31 ottobre 2013. I dati relativi al 2012 saranno inviati entro il 31 marzo 2014. Per ciò che concerne le cassette di sicurezza, il fisco potrà sapere dall’intermediario finanziario per quante volte durante l’anno il cliente ha aperto la sua cassetta per effettuare operazioni.
Costo della cassetta di sicurezza
La cassetta di sicurezza rientra tra i servizi di custodia che offra una banca e solitamente è sotto la responsabilità dell’ufficio titoli. In questa cassetta è possibile depositare diverse tipologie di oggetti di valore, ma anche documenti riservati, potendo contare sempre su un elevato grado di sicurezza.
Il servizio consente al cliente di avere un livello di privacy molto elevato: l’accesso avviene in stanze blindate, a volte anche nei caveau delle banche.
Il cliente viene lasciato solo per poter depositare o prelevare gli oggetti di valore dalla cassetta di sicurezza, senza alcun disturbo esterno.
Da un punto di vista della privacy, il cliente non è tenuto a dichiarare il contenuto presente nella cassetta di sicurezza.
Tuttavia, è necessario indicare la stima del valore degli oggetti presenti nella cassetta per scopi di copertura assicurativa.
Per usufruire di questo servizio è necessario firmare un apposito contratto, depositando contestualmente la firma autorizzata all’accesso.
Il cliente riceverà una chiave numerata corrispondente alla cassetta di sicurezza assegnata. Nell’operazione di accesso sarà accompagnato da un funzionario della banca, che dovrà riconoscere il cliente e verificare la corrispondenza della firma.
A quel punto si potrà essere accompagnati nel locale per effettuare le operazioni desiderate. Il servizio comporta chiaramente dei costi per il cliente. Solitamente il costo annuo varia tra i 100 euro e i 500 euro, in base alla dimensione della cassetta e all’offerta della specifica banca.
In alcuni casi i clienti che dispongono di elevati patrimoni ricevono gratuitamente (o quasi) questo servizio, che per l’istituto di credito può essere un modo per fidelizzare il cliente.
I risparmiatori più sofisticati conservano contanti, lingotti, gioielli e altri beni rifugio per dribblare la mano pesante del Fisco o eventuali scenari di grave crisi bancaria, potenzialmente in grado di mettere a rischio i risparmi detenuti sul conto corrente.
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