Molto spesso in tv si ascoltano notizie relative all’andamento dello spread Btp-Bund, che gli investitori ritengono un valido indicatore dello stato di salute dei conti pubblici italiani. Ma cosa sono esattamente i BTp? Si tratta di titoli di stato emessi dal Tesoro italiano con una durata di medio-lungo periodo e caratterizzati dalla distribuzione di una cedola fissa fino a quando non avviene il rimborso finale. I BTp sono i Buoni del Tesoro poliennali, che presentano scadenze che vanno dai 2 ai 30 anni.
Il BTp più seguito dagli investitori è il decennale, utilizzato anche come benchmark per il calcolo dello spread. I BTp con durata dai 2 ai 3 anni sono molto sensibili all’andamento del mercato monetario, ma le quotazioni sono meno influenzate dalle oscillazioni dei tassi di mercato rispetto ad esempio ai BTp a 10 o 30 anni. L’andamento dei BTp non è facilmente prevedibile sulle scadenze di lungo periodo.
Infatti entrano in gioco diverse variabili chiave come il sentiment del mercato, le aspettative sul ciclo economico e sui tassi di mercato, l’andamento dell’economia domestica e dei conti pubblici. I BTp vengono emessi dal Tesoro attraverso le classiche aste sul mercato primario. Successivamente i BTp potranno essere acquistati e venduti liberamente sul mercato secondario dei titoli di stato, quali EuroMts ed EuroMot. Per calcolare il rendimento di un BTp è necessario utilizzare appositi fogli excel, anche se diversi siti di informazione finanziaria forniscono questi dati in tempo reale.
Il fatto che il BTp sia un titolo fixed income, ovvero a reddito fisso, fa sì che questo titolo di stato sia adatto a proteggere il capitale nelle fasi in cui i tassi di mercato sono in discesa. Il valore “reale” dei BTp tende a diminuire quando vi è un deciso aumento del tasso di inflazione. I rendimenti di un BTp tendono a salire quando gli investitori percepiscono una maggiore rischiosità dell’investimento.