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L’incubo di ogni cittadino è assistere al fallimento della propria nazione. La paura maggiore deriva dal fatto che il valore dei risparmi di una vita rischia clamorosamente di azzerarsi, con drammatici risvolti per il proprio futuro. Le recenti crisi finanziarie hanno evidenziato come anche gli Stati siano a rischio fallimento, se questi non tengono in ordine i bilanci. L’Italia è uno dei paesi maggiormente in difficoltà, in quanto alla crisi delle finanze pubbliche si è aggiunta anche una dolorosa recessione e una crisi politico-istituzionale.

I cittadini sono sempre più preoccupati per la sorte dei propri risparmi e si chiedono cosa potrebbe accadere alle loro sostanze se l’Italia dovesse malauguratamente fallire. Il rischio è ancora remoto ma non può essere eliminato del tutto, soprattutto alla luce della grave crisi attuale. In caso di bancarotta dello Stato italiano, l’ipotesi più plausibile è l’uscita dall’euro con ritorno alla lira. Ciò, però, comporterebbe un’immediata svalutazione della nuova valuta nazionale e un brusco incremento dell’inflazione.

I primi mesi dovrebbero essere quasi drammatici per i risparmiatori italiani: da un lato ci sarebbe il caos nel sistema dei pagamenti per il ritorno alla lira; dall’altro il valore dei risparmi, al netto dell’inflazione, crollerebbe senza “se” e senza “ma”. L’unica nota positiva sarebbe la possibilità di diluire il debito pubblico e di rilanciare l’export con una moneta svalutata.

Crollerebbe anche il valore dei titoli di stato (Btp, Bot, Ctz, etc.) e inizialmente anche quello delle azioni domestiche, che nella maggior parte dei casi andrebbero a toccare nuovi minimi storici. L’ipotesi di un fallimento dell’Italia è inquietante, ma allo stesso tempo appare quasi improbabile. La tesi più plausibile, in caso di emergenza finanziaria, è la ristrutturazione del debito o gli aiuti finanziari di Ue-Bce-Fmi restando però nell’area euro.

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