Nella composizione di un portafoglio di investimenti occorre tenere conto non solo delle possibili evoluzioni del mercato ma anche e soprattutto delle attitudini e delle esigenze dell’investitore stesso, quindi della sua propensione al rischia, degli obiettivi dell’investimento, delle prospettive reddituali, ecc.
A seguito dell’analisi di tali fattori, dunque, qualora dovesse emergere una scarsa tolleranza alle oscillazioni occasionali (sotto un’oscillazione del 3-5% mensile), il consiglio è certamente quello di optare per un portafoglio a profilo di basso rischio. Un maggiore tolleranza alle oscillazioni occasionali consente di prendere in considerazione una composizione a medio rischio, mentre quella ad elevato rischio è riservata esclusivamente a coloro che sono nelle condizioni di poter tollerare oscillazioni decisamente più elevate.
Al riguardo uno speciale inserto di CorrierEconomia ha fornito alcuni esempi pratici di portafogli azionari. In particolare, per quanto riguarda il profilo di rischio basso, per il quale è stato ipotizzato un peso percentuale non superiore al 20% della propria ricchezza investita, una quota del 35% è stata destinata alle azioni dell’area euro, una quota del 15% alle azioni europee ad elevato dividendo e una quota del 50% alle obbligazioni convertibili.
Nel portafoglio caratterizzato da un profilo a medio rischio, per il quale è stato ipotizzato un peso percentuale non superiore al 30% della propria ricchezza investita, una quota del 10% è stata destinata alle azioni dell’area euro, una quota del 30% alle obbligazioni convertibili; una quota del 15% alle azioni USA; una quota del 15% alle azioni Pacifico ex Giappone; una quota del 10% alle azioni dei paesi emergenti; una quota del 20% alle azioni tematiche internazionali.
Infine, nel portafoglio caratterizzato da un profilo ad alto rischio, per il quale è stato ipotizzato un peso percentuale non superiore al 40% della propria ricchezza investita, una quota del 15% è stata destinata alle azioni dell’area euro, una quota del 15% alle obbligazioni convertibili; una quota del 25% alle azioni USA; una quota del 15% alle azioni Pacifico ex Giappone; una quota del 10% alle azioni dei paesi emergenti; una quota del 5% all’indice di volatilità delle azioni USA; una quota del 15% alle azioni tematiche internazionali.
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