Azimut ha perfezionato con l’Agenzia delle Entrate un accordo per la definizione delle controversie dovute ai verbali di contestazione notificati tra il 2010 e il 2013. Il gruppo dovrà pagare al fisco 117,8 milioni di euro fra imposte e sanzioni e interessi di legge.
Azimut, gruppo attivo nel risparmio gestito è in debito con il fisco; il gruppo deve pagare 117,8 milioni di euro così ripartiti: 105,9 milioni fra imposte e sanzioni e 11,9 milioni di interessi di legge. La società ha trovato, comunque, un accordo con ministero delle Entrate, il quale, negli anni di imposta compresi tra il 2010 e il 2013, ha contestato al gruppo i criteri usati nella determinazione dei prezzi di trasferimento dei rapporti intercompany.
In una nota Azimut spiega di aver già accantonato 34,1 milioni di euro per assolvere al debito con il fisco; inoltre, la presenza di perdite fiscali pregresse limiterà l’esborso complessivo a 91,8 milioni di euro.
Secondo quanto riportate dal Il Sole 24 Ore, inoltre, la compagnia punta a chiudere l’esercizio di quest’anno con una raccolta netta di oltre 5,5 miliardi di euro, compresi gli 1,3 miliardi derivanti dalle acquisizioni. Per la fine dell’anno le attività totali sono stimane intorno ai 30 miliardi di euro. Per quanto riguarda il piano industriale 2015-2019, il gruppo punta a raggiungere un patrimonio totale di 50 miliardi di euro a fine 2019, un utile netto di 300 milioni di euro e un payout sul dividendo, incluse le operazioni di buy-back, di almeno il 60% nel corso del piano, determinato annualmente a seconda di eventuali operazioni straordinarie.
Pietro Giuliani, presidente e amministratore delegato di Azimut si è detto soddisfatto per la definizione della vicenda che permette al gruppo di uscire dall’incertezza propria di ogni controversia.
L’accordo con il fisco ha comunque avuto un impatto a Piazza Affari: il titolo Azimut è già stato sospeso per eccesso di ribasso dopo un calo teorico pari a -4,3% ed è il peggiore del listino principale.
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