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Il Consiglio di amministrazione di Impregilo e quello di Salini hanno approvato il progetto di fusione tra i due gruppi. A questo punto manca quindi solamente l’approvazione ufficiale delle assemblee straordinarie che saranno convocate dopo l’estate, dopodichè si andrà a formare un unico gruppo.

Il concambio stabilito è di 6,45 azioni Salini per ogni azione di Impregilo, di conseguenza la quota di Salini salirà all’89,90% dell’azionariato, dal precedente 88,83%.

I due Consigli di amministrazione hanno approvato anche il piano industriale 2013-2016 che sarà presentato alla comunità finanziaria il 27 giugno prossimo presso la sede della Borsa Italiana a Milano. In particolare, tale piano prevede un obiettivo di ricavi a 7,4 miliardi di euro, un margine operativo lordo a un miliardo e un portafoglio ordini a 26 miliardi nel 2016. La posizione finanziaria netta è invece attesa in pareggio già dal 2014 e addirittura positiva al 2016.

Il processo che porterà alla fusione tra i due gruppi a seguito del via libera delle assemblee, ricordiamo, ha avuto una durata di circa un anno e mezzo, essendo iniziato con l’ingresso di Pietro Salini nel capitale di Impregilo con una quota di minoranza e proseguito poi con la progressiva crescita nell’azionariato e l’inizio della battaglia legale con Gavio. Infine, nel corso degli ultimi mesi c’è stata la cessione della partecipazione nella azienda brasiliana quotata Ecorodovias, la successiva distribuzione del dividendo da 600 milioni di euro e il lancio dell’Opa per il controllo totalitario del gruppo milanese.

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