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Nell’ultima settimana i tassi interbancari europei hanno mostrato un aumento della volatilità sorprendente, anche se bisogna ricordare che il mese scorso la BCE ha tagliato il costo del denaro nell’eurozona sui minimi storici dello 0,25% creando i presupposti per una maggiore attività degli operatori sul mercato interbancario. Il tasso Euribor a 1 mese, che fino a qualche anno fa era molto utilizzato dalle banche per il calcolo delle rate dei mutui a tasso variabile (oggi si preferisce il tasso a 3 mesi, ndr), è salito allo 0,16% dallo 0,13% in una settimana.

Non è tantissimo, appena 13 centesimi, ma bisogna sottolineare che da quando questo tasso si è avvicinato allo zero è avvenuta una crescita di ben 23 punti percentuali. Questo incremento non avrà un impatto significativo sulla prossima rata dei mutuatari che hanno stipulato un finanziamento a tasso variabile, ma è chiaro che con i tassi interbancari ai minimi storici ci si chiede se questo trend di ripresa non possa essere soltanto all’inizio.

Per ora nessun allarme, anche perché il tasso Euribor a 3 mesi è aumentato solo di un centesimo allo 0,23%. Tuttavia, per capire fin dove potrebbero spingersi i tassi di mercato nei prossimi anni, si può dare un’occhiata ai futures sull’Euribor quotati sul mercato LIFFE di Londra. Dopo il recente taglio dei tassi di interesse della BCE, le stime sull’aumento dei tassi interbancari sono peggiorate.

Il future sull’Euribor a 3 mesi viene stimato sopra l’1% soltanto a partire da settembre 2016, mentre a fine ottobre scorso la stima era diversa (giugno 2016). Per novembre 2018 l’Euribor a 3 mesi è atteso al 2,16%, ma prima del taglio dei tassi dell’Eurotower la stima era del 2,29%. Insomma, il recente rialzo dei tassi interbancari non desta preoccupazione. Di certo i tassi saliranno un po’ da qui a 5 anni, ma non fino a livelli di allerta.

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