Dopo la presentazione del piano industriale al 2018 di Eni e la decisione di ridurre il dividendo, non si sono fatti attendere i giudizi e le indicazioni degli analisti delle principali banche d’affari e delle agenzie di rating.
Gli esperti di Deutsche Bank hanno diminuito il prezzo obiettivo del titolo da 18 a 16 euro, pur confermando l’indicazione di mantenere le azioni nel portafoglio (rating “hold”). Sulla stessa lunghezza d’onda anche Banca Akros, che ha ridotto il target price da 22 a 20 euro, ma ha mantenuto il giudizio “buy” sulle azioni.
A deludere gli analisti di Banca Imi è soprattutto la decisione di tagliare il dividendo 2015 (si veda: Eni presentato il piano industriale al 2018), anche se confermano sia rating “hold” che prezzo obiettivo a 14,90 euro, avvertendo tuttavia che, finché il prezzo del petrolio rimarrà debole, l’acquisto del titolo non è esente da rischi.
Di giudizio opposto sono, invece, gli esperti di Société Générale, che hanno alzato il prezzo obiettivo di Eni a 18 euro dai precedenti 17,5 euro; confermato il giudizio “buy” sulle azioni, i quali ritengono che, nonostante la sospensione del buy back e il taglio del dividendo, Eni stia diventando più forte dal punto di vista industriale.
Rimangano negativi, invece, i giudizi di JP Morgan e di Bnp Paribas, rispettivamente rating “underweight” e “underperform”. Per gli analisti di Citi il giudizio è “sell”, con prezzo obiettivo a 13 euro, in quanto ritengono che il taglio del dividendo di Eni sarà un passo che verrà seguito anche da altre aziende oil&gas soprattutto se il prezzo del petrolio rimarrà basso per molto tempo.
Intanto il gruppo del Cane a sei zampe ha completato positivamente gli studi per l’esplorazione di giacimenti di gas in Indonesia e in Libia.
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