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Secondo quanto riferito da alcune indiscrezioni di stampa, che citano fonti vicine al dossier, l’operazione di fusione tra Gemina e Atlantia potrebbe essere attuata mediante un semplice scambio azionario, quindi senza alcuna componente in contanti.

Inizialmente, ricordiamo, si era parlato di un’opa della società autostradale su quella che controlla gli aeroporti di Roma con una quota in contanti non superiore agli 800 milioni di euro, da integrare mediante strumenti ibridi come obbligazioni convertibili o warrant, una scelta dettata dall’esigenza di non appesantire eccessivamente il livello di indebitamento di Atlantia, che ricordiamo alla fine dello scorso anno si aggirava intorno ai 9,5 miliardi di euro.

Tuttavia, stando alle indiscrezioni, questa possibile soluzione pare sia già stata accantonata, in quanto al momento sarebbe allo studio una formula senza alcuna componente cash. Un’integrazione di questo tipo secondo gli addetti ai lavori sarebbe assolutamente fattibile, soprattutto perché la diluizione del socio di controllo delle due società non è vista come un possibile problema. La partecipazione di Sintonia, che controlla il 46,4% di Atlantia e il 36% di Gemina, si diluirebbe infatti a 39-40% nell’ipotesi di un concambio 1 a 10.

Per ora si tratta comunque di pure ipotesi, nulla al riguardo è ancora stato deciso e probabilmente la questione assumerà toni più definiti in occasione della riunione dei Consigli di amministrazione di entrambe le società in programma per la prima parte di marzo.

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