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Continuano le privatizzazioni da parte del governo Renzi: il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha lanciato una procedura accelerata per collocare una quota del 5,74% di Enel; in questo modo la quota del Tesoro scendere dal 31,24 al 25,54 per cento.

I processi di privatizzazione di alcune delle più famose società italiane stanno subendo un’importante accelerazione da parte del Ministero del Tesoro italiano: dopo Fincantieri e Rai Way, è la volta di Enel: il ministro Pier Carlo Padoan ha annunciato il collocamento di unq quota del 5,7 per cento della società di elettricità. Ma non è finita qui: in attesa di parziale privatizzazione sono anche Enav, Poste Italiane, Ferrovie e una parte di Eni.

Il modo scelto da via XX Settembre è quello del bookbuilding accelerato presso investitori istituzionali italiani e internazionali curato, in qualità di joint bookrunner da Mediobanca, Unicredit, Goldmn Sachs e Bofa Merril Lynch. Il compito delle quattro banche è quello di vendere sul mercato 540 milioni di azioni di Enel, pari al 5,74% del capitale, a un valore non inferiore a 4 euro, equivalente a circa 2,2 miliardi di incasso.

Al termine delle operazioni di vendita, la quota posseduta in Enel dal Ministero risulterà ridotta dal 31,2 al 25,5 per cento del capitale. L’advisor finanziario scelto dal Tesoro è Equita sim, mentre l’advisor legale è Clifford Chance.

Inoltre, qualche giorno fa, il Tesoro ha confermato l’intenzione di aprire il capitale delle società entro il 2015, purché le condizioni dei mercati lo consentano. Questa settimana è prevista una riunione su Poste Italiane, mentre proseguono i lavori su Ferrovie. Sono ferme, invece, le operazioni relative a Sace, Stm ed Enav.

Intanto, Enel ha comunicato che la vendita delle attività in Romania è stata sospesa dato che il gruppo ha già raggiunto i suoi obiettivi di riduzione del debito grazie ad altre operazioni.

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