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L’aumento dei pedaggi autostradali scattato il 1° gennaio scorso rischia di gravare non poco sulle tasche degli automobilisti italiani, specie di quelli che si trovano costretti a percorrere tratte autostradali a pagamento quotidianamente o comunque con una notevole frequenza. Tra questi figurano i cosiddetti pendolari, ovvero soprattutto coloro che ogni giorno pagano pedaggi autostrali per recarsi sul luogo di lavoro. In tal caso è come se l’aumento dei pedaggi, seppur indirettamente, andasse ad erodere il loro guadagno.

A fronte di ciò, il ministro delle Infrastrutture, Maurizo Lupi, nel corso di un’intervista rilasciata a Radio 2 ha spiegato di aver chiesto ai concessionari autostradali di applicare uno sconto sui pedaggi autostradali, dal 20% al 50%, per due categorie. Oltre ai pendolari, infatti, secondo il Ministro, a risentire in modo rilevante degli aumenti sono anche gli autotrasportatori, che insieme ai pendolari dovrebbero quindi poter beneficiare di sconti dedicati a fronte della frequenza con cui percorrono tratte a pagamento.

Tornando ai pendolari, il ministro ha spiegato che rientrano in tale categoria coloro che compiono un viaggio da punto a punto, ovvero da un casello all’altro (che devono essere opportunamente indicati), con una frequenza di cinque giorni alla settimana (quindi 40 viaggi al mese tra andata e ritorno) e per una distanza massima di 50 km per tratta. La risposta delle società che gestiscono le autostrade, ha spiegato il ministro, dovrebbe arrivare a giorni.

Infine, Lupi ha tenuto a precisare che gli aumenti di inizio anno sono stato decisi esclusivamente per l’adeguamento al tasso di inflazione e a fronte della necessità di recuperare gli investimenti contabilizzati negli ultimi cinque anni.

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