Brutte notizie per le società italiane che hanno investimenti in Russia. Se la bozza di legge presentata alla Duma nei giorni scorsi verrà approvata, i tribunali russi potranno dare il via libera al sequestro di asset stranieri all’interno della Federazione, compresi quelli protetti da immunità diplomatica.
Il progetto di legge, che dopo la discussione alla Duma dovrà essere esaminato dalla camera alta il 7 ottobre, fa seguito alla decisione dell’Italia di congelare immobili di lusso a un cittadino russo viittia di una sentenza di un tribunale straniero e quindi ritenuta illecita. Se la legge verrà approvata, i tribunali della Russia potranno sequestrare gli asset stranieri; secondo Mediobanca Securities sarebbero nove le società italiane maggiormente danneggiate da questa legge.
– Buzzi Unicem. Il gruppo Buzzi Unicem ha investito tre anni fa 250 milioni di euro per una nuova linea di produzione in Russia; inoltre lo scorso 16 settembre ha siglato un accordo per acquisire il 100% di Uralcement, ma la transazione non è stata ancora completata.
– Danieli & C. La Russia rappresenta il 10% del portafoglio ordine complessivo del gruppo Danieli & C., senza contare che ha di recente costruito un nuovo impianto per il mercato siderurgico russo del valore di 60 milioni di euro.
– Pirelli. Il gruppo Pirelli ha un’esposizione al mercato russo pari al 4% delle vendite.
– Unicredit. Attraverso la controllata Bank Austria, Unicredit controlla il 100% di ZAO Unicredit Banca di Mosca che l’anno scorso ha registrato un patrimonio netto di 2,7 miliardi di euro.
– Enel. Secondo quanto riportato da Mediobanca, Enel ha attività nella Federazione per un valore pari a 1,4 miliardi di euro.
– Indesit. Sicuramente Indesit sarebbe tra le società che soffrirebbero di più l’approvazione della legge sugli asset stranieri dato che in Russia ha due impianti di produzione e un centro di distribuzione.
– Recordati. Il totale dell’attivo in Russia di Recordati vale circa 90 milioni di euro.
– Generali. Il gruppo Generali ha svalutato già nel primo semestre la propria partecipazione nella società russa Ingosstrakh, ma se passasse la legge potrebbero rivelarsi necessarie altre svalutazioni.
– Trevi. Il gruppo Trevi ha siglato dei contratti relativi alla fornitura di impianti di Lukoil prima della crisi ucraina, ma in caso di nuovi provvedimenti potrebbero essere soggetti a sanzioni
Non bisogna dimenticare anche tutte le società appartenenti al settore lusso che verrebbero danneggiate dalla legge in quanto gran parte delle vendite sono derivate dal mercato russo, pur non avendo capitale all’interno del Paese.
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