Nonostante il salvataggio di Cipro approvato dall’Eurogruppo, Mediobanca ha deciso di tagliare la sua raccomandazione sul settore bancario europeo portando il giudizio medio a “underperform” da “neutral”. Gli analisti finanziari di Mediobanca Securities sembrano essere poco preoccupati della crisi cipriota, mentre il timore maggiore arriva dal rischio politico in Italia e Germania. In particolare, mentre in Italia l’esito è stato inconcludente dopo il voto di fine febbraio, in Germania si andrà a votare a settembre. La banca d’affari ritiene che “la politica è ancora una volta il problema, piuttosto che la soluzione in Europa”.
Gli analisti della merchant bank milanese ritengono che “il pilota automatico di Draghi non ha fermato il gap di rendimento tra il Btp e il Bot con medesima vita residua, che si è ampliato fino a 25 bps dopo l’esito incerto delle elezioni in Italia dai precedenti 17 bps che era già alto”. Gli esperti della banca italiana credono che il rischio politico è in aumento, in vista delle elezioni tedesche e della costante incertezza sullo scenario italiano.
Tra le motivazioni del downgrade di Mediobanca sulle banche europee c’è anche il problema del capitale. Gli specialisti della banca d’affari evidenziano che solo il 30% del deficit di capitale da 309 miliardi di euro e relativo a Basilea 3: la cifra è equamente suddivisa tra i paesi dell’Unione Europea. Secondo quanto emerge dalle simulazioni di Mediobanca, le banche avranno un Rote del 6,7% nel 2013.
Un altro problema è la qualità del credito, soprattutto in Italia, Spagna e Regno Unito. Mediobanca ritiene che in ogni paese europeo ci sia la possibilità di fare spread trading sui principali titoli del settore bancario, comprando un titolo e vendendo un altro: in Spagna long su Bbva, short su Santander; in Italia long Unicredit e short Mps; in Francia long Bnp Paribas e short Société Générale e così via.
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