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Federico Ghizzoni, presidente e amministratore delegato di Unicredit, banca azionista di riferimento di Mediobanca, primo socio del patto di sindacato del gruppo editoriale, nonché tra i principali creditori della società, ha mostrato un certo scetticismo nei confronti del piano industriale di RCS Mediagroup, firmato dall’amministratore delegato Pietro Scott Jovane.

Ghizzoni, in particolare, dopo aver precisato di parlare in veste di creditore e non in quella di azionista indiretto tramite Mediobanca, pur non avendo i dettagli sotto mano, ha definito il piano piuttosto ambizioso, con rischi di esecuzione che devono necessariamente essere attentamente valutati.

L’amministratore delegato di Unicredit punta il dito soprattutto sulla parte del piano che prevede la vendita di asset e la chiusura di testate, due azioni per nulla facili considerando l’attuale contesto di mercato. Pertanto il piano presenterebbe a suo avviso un rischio implicito di esecuzione.

Del resto, l’atteggiamento distaccato di Ghizzoni verso il gruppo editoriale non è affatto nuovo: lo scorso gennaio il numero uno di Unicredit, rispondendo ad una domanda in merito al possibile coinvolgimento del gruppo editoriale nell’azionariato, aveva sottolineato l’intenzione dell’istituto di non uscire da quello che è considerato il suo core business, soprattutto in considerazione del fatto che con Basilea 3 è cambiata molto la prospettiva con cui si gestisce il  capitale.

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