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Contestualmente alla pubblicazione dei risultati realizzati nel corso dei primi nove mesi dell’esercizio corrente, Pirelli & C. ha rivisto al ribasso alcuni dei target relativi all’intero esercizio 2012.

Il gruppo guidato da Marco Tronchetti Provera ha infatti tagliato gli obiettivi riguardanti i ricavi e il debito, mentre ha confermato quelli sulla redditività con un Ebit previsto a circa 800 milioni di euro. In particolare, il fatturato a fine anno è ora atteso a circa 6,15 miliardi rispetto al precedente obiettivo fissato a circa 6,4 miliardi, una revisione che sconta il taglio dei volumi complessivi a -5%/-5,5% contro il -3%/-4% oggetto del precedente target. La crescita del premium è inoltre stata rivista da +20% a +17%/+18%, in considerazione dell’impatto derivante dal rallentamento del contesto macroeconomico europeo. La posizione finanziaria netta passiva è vista per fine anno uguale o superiore a 1,2 miliardi dopo il pagamento dei dividendi, mentre lo stesso dato nel precedente target risultava inferiore a 1,1 miliardi. Il gruppo prevede inoltre una riduzione della produzione standard in Russia, con una conseguente riduzione delle vendite a circa 200 milioni contro i 250 milioni del precedente target. Gli investimenti sono confermati inferiori a 500 milioni.

Pirelli & C. ha archiviato i primi nove mesi del 2012 con un utile netto pari a 308,3 milioni di euro, in crescita del 22,7% rispetto ai 251,3 milioni registrati nello stesso periodo del 2011 ma inferiore sia alle stime di Equita che di Banca Akros, che ricordiamo si aspettavano un risultato netto pari rispettivamente a 318 milioni e a 313 milioni.

Contestualmente all’approvazione dei risultati realizzati nei primi nove mesi dell’anno, il Consiglio di amministrazione di Pirelli & C. ha approvato l’adozione di un programma di emissioni obbligazionarie fino ad un importo massimo di 2 miliardi di euro. La durata massima del programma è di venti anni ed è già stata autorizzata l’emissione di prestiti obbligazionari non convertibili fino ad un ammontare nominale massimo di 1 miliardo di euro da collocarsi entro la fine del 2013 sui mercati internazionali, anche in diverse tranche.

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