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A fronte della sentenza emessa dal Tribunale di Roma, che ha imposto a Parmalat la restituzione del 75% della Centrale del Latte a Roma Capitale, la società si è vista costretta a rivedere il bilancio relativo all’esercizio 2012, pur avendo comunque presentato alla Corte d’Appello richiesta per la sospensione dell’esecuzione della sentenza.

In particolare, tale sentenza sui conti di Parmalat si è tradotta in un effetto economico negativo per 95,1 milioni di euro, pertanto l’utile netto è passato dai precedenti 175,2 milioni di euro a 80,1 milioni, in calo rispetto ai 170,9 milioni del 2011. Di conseguenza, è stata rivista anche la proposta di distribuzione del dividendo agli azionisti precedentemente formulata dal Consiglio di amministrazione, che si è ridotta a 1,3 centesimi dai precedenti 3,9 centesimi. In altre parole, gli azionisti della società a pochi giorni dalla data di stacco del dividendo (20 maggio 2013), si sono visti ridurre la cedola loro spettante in relazione all’esercizio 2012.

Nel corso della riunione del Consiglio di amministrazione tenuta ieri, ricordiamo, sono stati esaminati e approvati i conti relativi al primo trimestre del 2013, durante il quale la società ha riportato un utile di gruppo in crescita del 67,1% a 55,8 milioni di euro e un fatturato netto in crescita del 12,6% a 1,233 miliardi. L’ebitda è cresciuto del 26,3% a 94,8 milioni, mentre la posizione finanziaria netta è peggiorata passando a 769,1 milioni dagli 809,8 milioni a fine 2012.

Per quanto riguarda le previsioni per l’intero esercizio in corso,  Parmalat ha fatto sapere che prevede di registrare una crescita del fatturato netto di circa il 3% e del margine operativo lordo di circa il 5% rispetto al 2012.

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